Il limite per un pagamento in contanti non serve a nulla contro l’evasione! Lo dice la CGIA di Mestre

La CGIA di Mestre accusa: il limite al pagamento in contanti non ha alcuna utilità antievasione, in 7 anni l’uso delle banconote è cresciuto di 30,4 punti

Limite pagamento contanti antievasione
 

Il limite pagamento contanti di 1.000 euro imposto in Italia dagli organi governativi non sta riducendo né l’ammontare del denaro liquido in circolazione né, tantomeno, la frode fiscale: questo il risultato di un’indagine recentemente condotta dalla CGIA di Mestre, che dimostra come solo negli ultimi 7 anni di crisi l’utilizzo delle banconote sia cresciuto di 30,4 punti percentuali a fronte di una variazione dell’incidenza della cartamoneta sul Pil del +2,4% e di un aumento dell’inflazione pari a quasi il 10%.

Anche se nello Stivale e in Portogallo il pagamento in contanti ha la soglia più bassa d’Europa (1.500 euro in Grecia, 2.500 euro in Spagna e 3.000 euro in Francia e Belgio), i fenomeni di evasione non sembrano risentirne per niente, infatti, nonostante tra il 2010 ed il 2011, come detto, il limite contanti sia passato da 5.000 euro a 1.000 euro, l’evasione ha comunque continuato a salire fino a raggiungere quota 16% del Pil per poi stabilizzarsi nel 2012 al 14%.

Statistiche piuttosto anomale commentate dal segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi, che spiega con chiarezza come, nel nostro Paese, il diffusissimo utilizzo della cartamoneta dipenda per lo più dalla presenza di circa 15 milioni di cosidetti unbanked (soggetti completamente sprovvisti di conto corrente) impossibilitati ad adoperare forme di pagamento tracciabili quali, ad esempio, gli assegni, i bancomat o le carte di credito.

Ma da cosa dipende una simile situazione?

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Sempre secondo Bortolussi, essendoci in Italia costi per il mantenimento dei conti corrente tra i più alti d’Europa ed un ampio numero di persone anziane con scarso livello di scolarizzazione, la propensione ad affidare il denaro agli istituti di credito si riduce drasticamente. Un dato allarmante che, se da un lato spinge parte della popolazione a tenersi i soldi in casa piuttosto che a depositarli in banca, dall’altro impedisce agli enti incaricati l’effettuazione dei regolari controlli fiscali sulla massa.

Dalle informazioni appena fornite, risulta quindi evidente il fatto che il limite pagamento contanti di 1.000 euro imposto a livello istituzionale per ridurre l’evasione fiscale nell’intero Paese, non stia assolutamente sortendo gli effetti desiderati perché, nonostante gli sforzi e le imposizioni dello Stato, la circolazione di denaro “nero” continua a mantenersi elevata, confermando la gravità di un problema superabile (forse) soltanto con una maggiore collaborazione tra Governo e cittadinanza.

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Nasco a Milano nel 1985 e il primo ricordo di scuola è il quaderno coi temi d’italiano che ancora conservo. Frequento il liceo artistico a Padova, ma passo intere giornate a scrivere racconti sugli ...

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