Obbligo del POS: costi e ostacoli dell’applicazione per imprese, artigiani ed esercenti

Costo del POS obbligatorio per imprese, artigiani ed esercenti; la nuova interpretazione del provvedimento sembra adattarsi bene solo a parte delle realtà imprenditoriali, che sia il caso di cambiare rotta?

 

Dal 30 giugno il POS “obbligatorio” (ormai lo si scrive tra virgolette) sarà realtà e quindi diverrà obbligatorio accettare pagamenti con carte di debito (bancomat), oltre la soglia dei 30 euro. Artigiani, commercianti e professionisti sono ovviamente sul piede di guerra e addirittura il Consiglio nazionale degli architetti dopo che il ricorso presentato al Tar del Lazio è stato respinto, ha deciso di rivolgersi al Garante della concorrenza e del mercato. Nel frattempo il CNF (Consiglio Nazionale Forense) ha comunicato il 20 maggio una interpretazione e un chiarimento della norma che tranquillizza i professionisti sulla questione del POS obbligatorio per i professionisti.

In sintesi, secondo le posizioni espresse dal CNF, l’obbligo previsto dalla norma non può essere considerato in modo automatico e assoluto un dovere di dotare il proprio ufficio di un Pos. Inoltre, nessuna sanzione è prevista verso chi dovesse decidere di non munirsi del terminale per i pagamenti con carta di debito.

La circolare del CNF chiarisce che non si può assimilare a un dovere giuridico il fatto di dotarsi di strumenti tecnologici per consentire al cliente privato di pagare con il bancomat, ma costituisce un onere gravante in capo all’impresa e al professionista.

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Questo onere genera, nel caso in cui il cliente chieda di pagare con il bancomat e il creditore non permetta al cliente di pagare con lo specifico mezzo, una «mora del creditore» che non libera giuridicamente il cliente dall’obbligazione derivante dal bene o dal servizio acquisito.

Interessante è vedere come questa situazione sia di facile applicazione per buona parte di professionisti e imprese che operano in modo strutturato, che comunque volendo potranno redigere contratti che specifichino le forme di pagamento previste (ad es. bonifico o assegno) aggirando così il problema.

Il concetto non è però altrettanto facilmente applicabile alle imprese che operano in esercizi pubblici a contatto con clienti spesso occasionali. Gli esempi più lampanti possono essere i bar, i ristoranti o, più in generale, gli esercizi commerciali come piccoli negozi o simili. Per questi infatti non è così semplice ne immediato applicare l’interpretazione data dal CNF e parlare di «mora del creditore» nel caso ad esempio di un conto da € 31 al ristorante fa quantomeno sorridere.

Il problema sembra anche di difficile soluzione nel caso di idraulici, elettricisti o simili, i quali spesso non operano a fronte di un vero e proprio contratto e che potrebbero trovarsi in difficoltà alla richiesta da parte del cliente di pagare con il bancomat, magari appena dopo aver effettuato un intervento.

Secondo Confartigianato le imprese artigiane non ancora munite di POS sono stimate tra i due milioni e mezzo, e tre milioni. Bruno Panieri, direttore delle politiche economiche di Confartigianato, dichiara intervistato sul Sole24Ore:

Esistono difficoltà operative, perché non tutte le banche offrono questi strumenti; inoltre la presenza del costo a forfait rende questo mezzo di pagamento antieconomico quando si parla di piccoli importi.

Preoccupazione condivisa anche da Mario Pagani, responsabile del dipartimento delle politiche industriali di CNA, che sottolinea sì l’innegabile importanza del passaggio alla moneta elettronica, ma come al contempo potrebbero risultare utili:

[…] incentivi per favorire il passaggio anche culturale alla moneta elettronica – aggiungendo – sarebbe anche opportuno alzare la soglia minima almeno a 50 euro per ammortizzare i costi.

Un caso eclatante dei problemi portati da questo provvedimento è quello dei tabaccai che ad esempio per la vendita di un bollo da € 300 a fronte di un guadagno pari ad € 1 si troverebbero a subire un costo di ben tre euro se la transazione avvenisse con il bancomat!

Infine, ci piace molto la dichiarazione di Ernesto Ghidinelli, responsabile credito per Confcommercio, che spiega:

Oggi il commerciante subisce il Pos mentre potrebbe favorirne la diffusione se esistessero le condizioni adatte. La moneta elettronica offre infatti vantaggi sia in termini di efficienza che di sicurezza. La vera svolta sarà renderla conveniente!

Sembrano infatti assurdi i mille interventi volti all’interpretazione dei limiti giuridici di applicazione del provvedimento nelle migliaia di casi possibili. Ci domandiamo: non sarebbe molto più semplice invece intervenire sui costi dell’adeguamento per imprese, artigiani e professionisti, rendendoli protagonisti e fautori stessi di un cambiamento?

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photo credit: Tambako the Jaguar via photopin cc

Classe 83. Trevigiano di nascita ma Internettiano d’adozione. Non ho ricordi di casa mia senza un computer. La prima volta che ho messo piede sul web avevo 12 anni, Google ancora non esisteva e ci volevano ...

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