Buoni pasto o indennità mensa? Quale conviene all’azienda tra: detrazioni, regole e confronto

Caratteristiche, limiti e condizioni per il rilascio e l’utilizzo di buoni pasto e delle indennità sostitutive di mensa

Buoni pasto o indennità mensa? Confronto: detrazioni, regole e norme
 

Come noto il datore di lavoro, nel caso in cui non possa o non voglia provvedere a istituire un servizio di mensa aziendale (gestito direttamente o appaltato a terzi) può comunque garantire la somministrazione dei pasti ai propri dipendenti attraverso:

  • il rilascio di buoni pasto;
  • il riconoscimento di un’indennità di mensa, più precisamente chiamata indennità sostitutiva del servizio di mensa.

Buoni pasto: cosa sono, chi può usarli e novità

Cosa sono i buoni pasto, quali sono limiti e condizioni per essere distribuiti ai dipendenti, quali sono i profili fiscali sia in capo al dipendente utilizzatore dei buoni che in capo all’azienda?

I buoni pasto non sono altro che documenti di legittimazione, emessi anche in forma elettronica, che attribuiscono al possessore il diritto a ottenere dagli esercizi convenzionati la somministrazione di alimenti e bevande e la cessione di prodotti alimentari per il consumo, per un importo pari al valore facciale del buono.

Da un punto di vista normativo recentemente il decreto del MISE n. 122/2017 ha introdotto alcune interessanti novità sulle regole che disciplinano l’utilizzo dei buoni pasto; tale decreto pubblicato nella G.U. in data 10 agosto 2017 è entrato in vigore il 9 settembre 2017 (30 giorni dalla sua pubblicazione).

Secondo le regole introdotte dal citato decreto i buoni pasto possono essere utilizzati esclusivamente:

  • dai prestatori di lavoro subordinato, a tempo pieno o parziale, anche qualora l’orario di lavoro non prevede una pausa per il pasto;
  • dai soggetti che hanno instaurato con il datore di lavoro un rapporto di collaborazione anche di tipo non subordinato.

Ne consegue quindi che i buoni pasto non sono utilizzabili dai liberi professionisti o imprenditori individuali per se stessi, ma solo per i loro dipendenti e collaboratori.

Buoni pasto: caratteristiche, detraibilità, trattamento fiscale e novità

Ecco invece le caratteristiche principali dei buoni pasto:

  • non sono cedibili, non sarà quindi possibile cedere buoni pasto a “colleghi”;
  • non sono commercializzabili, non è possibile dunque venderli ottenendo la corrispondente somma di denaro;
  • non sono cumulabili oltre il limite di otto buoni, quindi non se ne possono utilizzare contemporaneamente più di otto;
  • sono utilizzabili solo dal titolare non sarà possibile quindi far utilizzare i buoni pasto a soggetti diversi dal titolare, nemmeno a familiari;
  • sono utilizzabili esclusivamente per l’intero valore facciale.

Ulteriore interessante novità introdotta dal decreto del MISE è l’ampliamento della gamma di esercizi presso i quali il buono pasto può essere utilizzato, si deve trattare di soggetti legittimati a:

  • somministrare alimenti e bevande,
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  • esercitare la vendita al dettaglio di generi alimentari, sia in sede fissa che area pubblica ivi compresi gli artigiani per le cessioni effettuate nei locali di produzione o in quelli adiacenti a quelli di produzione (in questo caso anche per le imprese industriali autorizzate),
  • oppure da parte degli agriturismi, degli ittiturismi (che somministrano pasti prevalentemente da prodotti derivanti dall’attività della pesca), di imprenditori agricoli e coltivatori diretti.

Per quanto riguarda invece il trattamento fiscale e contributivo in capo ai lavoratori i buoni pasto non sono imponibili fino ad euro 5,29 euro al giorno, o ad euro 7 euro se resi in forma elettronica.

Pertanto, solo i ticket con importi superiori a tali soglie sono soggetti a tassazione e contribuzione previdenziale sulla quota eccedente il valore facciale del buono.

Da un punto di vista fiscale l’azienda invece potrà dedurre integralmente il costo sostenuto per l’acquisto dei buoni pasto e detrarre interamente l’iva (con aliquota 4%).

Indennità sostitutiva di mensa

Come fare invece se i buoni pasto non sono utilizzabili?

E’ possibile per l’azienda erogare al dipendente un’indennità sostitutiva di mensa direttamente in busta paga per un importo pari al valore del buono pasto.

L’indennità sostitutiva di mensa sarà esente da tassazione in capo al dipendente solamente dove ricorrano le seguenti condizioni (come precisato anche nella R.M. 41/E/2000):

  • orario di lavoro che comprenda la pausa per il pranzo;
  • lavoro stabile presso un’unità produttiva;
  • unità produttiva che non consente di recarsi, senza utilizzare mezzi di trasporto, al più vicino luogo di ristorazione.

Al di fuori di tali delimitate casistiche di esenzione l’indennità sostitutiva fa parte della retribuzione erogata al dipendente e sarà soggetta a contribuzione previdenziale e fiscale.

Dottore Commercialista e Revisore contabile a Trieste, se mi avessero domandato ai tempi dell’università “cosa farai da grande” non avrei mai risposto “il dottore commercialista”: ed invece ...

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