L’e-commerce italiano è raddoppiato in 5 anni: i dati dello studio del Politecnico di Milano

Lo scenario e-commerce in 5 anni è cambiato notevolmente, ed è tuttora in continua evoluzione. Secondo i dati del Politecnico di Milano, l’ecommerce rappresenta, ad oggi, il 5% dei consumi retail. Vediamo i settori coinvolti, il ruolo svolto dal mobile e le soluzioni scelte dalle aziende

L'e-commerce italiano raddoppia in 5 anni: i dati del Politecnico
 

In Italia gli acquisti da e-commerce raddoppiano in soli 5 anni: questo il risultato di una recente indagine condotta dall’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano, che spiega come gli acquisti online degli italiani siano passati da 9,3 miliardi di euro nel 2011 ad addirittura 19,3 miliardi di euro nel 2016.

Incremento percepibile anche rispetto al 2015 (quando le transazioni da web erano inferiori di 17 punti percentuali (circa 2,7 miliardi di euro), che oggi porta l’ambito e-commerce a raggiungere il 5% dei consumi retail complessivi, soprattutto grazie alla diffusione di una nuova mentalità più propensa agli acquisti da PC e mobile.

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Settori

I settori che maggiormente trainano l’economia dell’e-commerce sono senza alcun dubbio:

    • il turismo con l’acquisto di biglietti per i trasporti (principalmente ferroviari) e di prenotazioni degli alloggi (hotel o affitti temporanei organizzati dagli addetti della sharing economy);
    • l’informatica ed elettronica con l’acquisto di smartphone, TV, elettrodomestici bianchi e accessori;
    • l’abbigliamento con gli acquisti high fashion e con una notevole crescita di abbigliamento sportivo e mass market;
    • l’editoria con l’acquisto di libri e (nel 2016) di testi scolastici.
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Per quanto concerne i guadagni generati, possiamo dire che:

  • nella sfera dei servizi dominano il turismo (8.525 milioni di euro – 44% del mercato eCommerce B2c italiano) e le assicurazioni (1.294 milioni di euro – 7% del mercato);
  • mentre nella sfera dei prodotti prevalgono l’informatica ed elettronica (2.789 milioni di euro – 14% del mercato), l’abbigliamento (1.835 milioni di euro – 9% del mercato);
  • l’editoria (691 milioni di euro – 4% del mercato) e il Food&Grocery (531 milioni di euro – 3 % del mercato).

A detta del Direttore degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano Alessandro Perego, le statistiche attuali confermano un forte legame tra il mercato e-commerce B2c e i servizi (che, allo stato attuale dei fatti, continuano a rappresentare il 55% degli acquisti online fatti dai consumatori in Italia).

Nonostante ciò, Perego spiega comunque come nel nostro Paese l’acquisto online dei prodotti cresca in maniera più consistente rispetto all’acquisto online dei servizi, generando un incremento del 27% nel primo caso e solo del 10% nel secondo, che porta lo Stivale ad avvicinare sempre più la propria economia a quella dei maggiori mercati occidentali.

Se la situazione prosegue con i ritmi attuali, per il Direttore degli Osservatori l’e-commerce B2c varrà nei prossimi 3 anni addirittura il 10% di tutti gli acquisti retail. Un traguardo importante che, a suo avviso, sarà raggiunto principalmente grazie al contributo di settori come il Food&Grocery, l’arredamento e l’home design.

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E-commerce da mobile

Stando a quanto percepito dall’indagine del Politecnico di Milano, i dispositivi mobile tendono a spingere con sempre maggiore forza gli acquisti online: sensazione confermata dal fatto che questi stessi acquisti da smartphone e da tablet valgono nel 2016 il 24% di tutti gli acquisti effettuati da e-commerce.

In merito ai settori, sappiamo che chi compra tramite mobile è interessato soprattutto al turismo (10% del valore complessivo) per quanto riguarda i servizi e ad arredamento e home living (23%), editoria (23%), informatica (20%), abbigliamento (19%) e Food&Grocery (9%) per quanto riguarda i prodotti.

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Nuove opportunità per le aziende tradizionali ed export

In Italia, questa forte e decisa tendenza nei confronti dell’e-commerce inizia a spingere le aziende tradizionali (sia commerciali, sia produttrici) verso soluzioni multicanale, che permettano alla clientela di iniziare e concludere le proprie esperienze di acquisto nel web, senza dover necessariamente passare per i negozi fisici.

A testimonianza di ciò, basta infatti pensare a quante imprese hanno avviato solo nel 2015 un sito e-commerce da associare all’attività preesistente. In tal caso le società più propense a questo genere di manovra sono sicuramente quelle operanti nell’abbigliamento e accessori, nel fai da te, nell’informatica ed elettronica, nel Food&Grocery e nell’arredamento e home design.

Detto questo va poi considerato il fatto che, spesso e volentieri, tali realtà (grandi o piccole che siano) scelgono di appoggiarsi in contemporanea anche a noti marketplace come Amazon, ePrice o eBay, per incrementare ancora di più la propria presenza online e, di conseguenza, anche i propri guadagni.

Inoltre, secondo lo studio dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm Politecnico di Milano, anche le vendite da siti italiani a clienti stranieri tendono a crescere in modo costante, grazie soprattutto a settori quali il turismo (42%), l’abbigliamento (38%), ma anche l’arredamento, l’home living e il Food&Grocery.

Nasco a Milano nel 1985 e il primo ricordo di scuola è il quaderno coi temi d’italiano che ancora conservo. Frequento il liceo artistico a Padova, ma passo intere giornate a scrivere racconti sugli ...

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