In tema di corretta gestione aziendale, quando diventa necessario dire di no? Ecco 5 situazioni standard in cui un rifiuto rappresenta la soluzione migliore: casistiche più o meno frequenti nelle quali una semplice negazione può tutelare il buon andamento del business!
#1- Essere spinti a fare una promessa non mantenibile
Visto che stiamo spiegando come dire di no a una richiesta di lavoro e in quali circostanze farlo, il fatto di essere spinti a promettere qualcosa di non mantenibile rientra certamente nei casi in cui il dissenso è più doveroso, perché stringere un accordo impossibile da gestire fa perdere la credibilità del professionista e la fiducia del pubblico.
Piuttosto di dare al prossimo delle false speranze, bisogna farsi un esame di coscienza per capire cosa effettivamente si riesce a offrire. Dopo aver compreso questo, si può proporre al cliente un’alternativa che gli permetta comunque di raggiungere i propri obiettivi, senza delusioni, ritardi o imprevisti.
#2- Sopportare compromessi malsani
Un altro buon motivo per saper dire di no riguarda quelle casistiche in cui si è costretti a sopportare dei compromessi (sotto certi punti di vista) considerabili come malsani. Situazioni del genere causano nel corso del tempo reazioni viscerali e dubbi assillanti che, se non risolti, possono influire negativamente sulle performance professionali.
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Quando qualcosa non va come si vorrebbe, bisogna fermarsi un attimo per riflettere e capire come procedere: cosa genera fastidio e come eliminare il problema? Analizzati con attenzione questi aspetti, è possibile reindirizzare il proprio operato e trovare la strada da intraprendere per evitare conseguenze negative.
#3- Avere l’impressione di non poter scegliere
Anche se molti professionisti credono che per assicurare una buona gestione dei clienti e una buona gestione del personale non si debba mai rifiutare alcuna richiesta, nella realtà dei fatti, c’è sempre la possibilità di scegliere: capire quali priorità dare e rifiutare certi progetti irrealizzabili (alle volte) diventa fondamentale per tutelare il business gestito, garantendogli il giusto mix di benessere, tranquillità e prosperità.
#4- Capire che il piano iniziale sta sfuggendo di mano
Affinché sia possibile perseguire una buona gestione aziendale, è necessario intervenire immediatamente non appena si percepisce che un determinato piano sta sfuggendo di mano: il vero leader non è chi si ostina a portare avanti relazioni problematiche o progetti in perdita, ma è colui il quale sa intervenire al momento giusto per eliminare le negatività.
Molti professionisti intervengono in tal senso, coinvolgendo il team e proponendogli dei rapidi test, che da un lato permettono di capire la reale situazione e dall’altro consentono di trovare soluzioni volte a migliorare l’efficacia del processo decisionale.
#5- Intravedere tendenze pericolose
Che si tratti di scandali, catastrofi o altri problemi similari, alle volte dire di no diventa l’unico modo per garantire il benessere aziendale: chi vuole essere sempre in grado di assicurare fattori quali la sicurezza dei processi, la qualità delle performance, l’incolumità dei dati e l’attenzione al cliente, in alcune circostanze deve sapersi fermare per analizzare la situazione e trovare una nuova strada da percorrere.
Se, per esempio, ci si rende conto del fatto che nel proprio business sussistono tendenze capaci di causare dei danni, bisogna dimostrare il coraggio di voler intervenire subito per invertire la rotta e ripristinare l’ordine.
Queste le 5 principali casistiche in cui un dissenso è meglio di un consenso: situazioni più o meno difficili da gestire, nelle quali la negazione può arrivare a fungere da vera e propria ancora di salvezza.
Photo credit: Javier Kohen – cc.
Nasco a Milano nel 1985 e il primo ricordo di scuola è il quaderno coi temi d’italiano che ancora conservo. Frequento il liceo artistico a Padova, ma passo intere giornate a scrivere racconti sugli ...
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