Debiti PA: come fare la certificazione crediti ed essere pagati? La certificazione crediti MEF segna il record!

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze visti i debiti PA mette a disposizione la certificazione crediti per tutte le imprese. Ecco come funziona!

Debiti PA
 

Quanti debiti PA!!! La pubblica amministrazione italiana in effetti non è certo famosa per essere una pagatrice virtuosa…una luce in fondo al tunnel dei debiti PA sembra però essere presente.

Se anche tu vanti crediti certi, liquidi ed esigibili maturati fino al 31 dicembre 2013 con la Pubblica Amministrazione, puoi finalmente incassarli subito attraverso la cessione del debito a banche o altri istituti finanziari convenzionati con ABI, presentando istanza di certificazione nell’apposito portale disposto dal MEF entro e non oltre il 31 ottobre 2014.

Una manovra emanata a livello governativo ed introdotta dal Dl 66/2014, art. 37, riguardante i crediti per forniture, appalti e prestazioni professionali, il cui obiettivo primario è quello di giungere alla fine dell’anno in corso con lo smaltimento completo di tutti i debiti PA nei confronti di società, imprese individuali e persone fisiche. Creditori che, proprio in questi giorni, hanno fatto registrare una vera e propria impennata delle domande di certificazione crediti per l’incasso di quegli importi spettanti, la cui restituzione viene per l’appunto affidata agli enti finanziari sopraccitati.

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Come fare la certificazione crediti?

Per sfruttare tale possibilità, come già accennato, gli interessati devono certificare il credito maturato nella piattaforma elettronica precedentemente indicata senza sostenere alcun costo e, dopo il corretto avvio dell’iter, la Pubblica Amministrazione dispone di massimo 7 giorni per accettare-rifiutare il pagamento richiesto (l’eventuale rifiuto dev’essere comunque motivato da irregolarità specifiche).

Nell’eventualità in cui la PA non dovesse rispondere alla richiesta di rimborso entro 30 giorni, il soggetto in credito può chiedere all’Ufficio centrale di bilancio o alla Ragioneria territoriale dello Stato la nomina di un commissario che si occupi di risolvere la questione nelle modalità-tempistiche appropriate.

Quando il creditore ottiene la certificazione può scegliere se:

  • cedere il credito ad una banca;

  • attendere il pagamento da parte della PA;

  • chiedere che il rimborso venga adoperato per compensare debiti fiscali maturati nel corso del tempo.

Se dopo l’accettazione della PA di pagare il proprio debito al creditore, quest’ultimo opta per cedere il credito ad una banca:

  • il richiedente riceve subito quanto gli spetta, direttamente dall’istituto finanziario a cui si rivolge;

  • il credito sarà decurtato di una percentuale massima del 1,90% entro i 50 mila euro e limitata a 1,60% per gli importi eccedenti i 50 mila euro;

  • la banca di competenza diventa a tutti gli effetti il nuovo creditore della PA.

La cessione viene eseguita con la formula del pro soluto e la Pubblica Amministrazione ha facoltà di richiedere all’istituto finanziario in credito la ridefinizione di termini-modalità di pagamento con durata massima di rimborso pari a 5 anni (o 15 anni se interviene la Cassa Depositi e Prestiti).

Quante imprese hanno scelto di sfruttare questa manovra per ottenere la cifra spettante e quanti soldi sono già stati restituiti alle aziende?

Fino al 24 settembre scorso, nella piattaforma del Ministero delle Finanze si sono registrate 16.493 imprese che hanno inserito 59.621 istanze e, solo nelle settimana compresa tra il 15 ed il 22 settembre, ci sono state 2.000 richieste in più rispetto alla media del periodo.

Per quanto riguarda le cifre effettivamente restituite dalla Pubblica Amministrazione, invece, va detto che, secondo la CGIA di Mestre, dei circa 60 miliardi di euro destinati alle imprese, per adesso, quelli effettivamente resi sono soltanto la metà.

Un debito piuttosto consistente che, per il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi, testimonia come lo Stato italiano sia sempre stato il peggiore pagatore d’Europa. Dato di fatto confermato nel tempo da una media dei pagamenti per forniture commerciali pari a 165 giorni invece di 30.

Come si presenta la situazione a livello europeo?

Oltre a quella italiana, le PA pronte a saldare i propri debiti oltre i 100 giorni dall’emissione delle fatture sono solo in Grecia, Spagna e Portogallo, che si contrappongono ad una media continentale di Paesi paganti entro 58 giorni totali e, soprattutto, a Nazioni assolutamente puntuali come Finlandia (24 giorni), Estonia (25 giorni), Islanda, Norvegia, Svezia, Germania e Danimarca (tra 30 e 35 giorni).

Queste le statistiche sui debiti PA che hanno spinto il governo ad adottare misure strategiche atte a risolvere un problema ormai talmente radicato da riuscire a mettere in crisi una ampia fascia di imprese: strutture già sufficientemente subissate dalle molteplici difficoltà del periodo, che forse, oggi, possono “pareggiare” i conti almeno con lo Stato.

Nasco a Milano nel 1985 e il primo ricordo di scuola è il quaderno coi temi d’italiano che ancora conservo. Frequento il liceo artistico a Padova, ma passo intere giornate a scrivere racconti sugli ...

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