Come essere un buon capo: 10 tratti immancabili secondo Google

Grazie al Progetto Oxygen, Google individua 10 caratteristiche fondamentali che un buon manager dovrebbe avere per ottenere la massima soddisfazione. Scopriamo quali sono.

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Non è cosa da tutti i giorni che una delle aziende più influenti al mondo sostenga che i manager non siano poi così importanti per il successo di un business. Eppure, è proprio quello che ha fatto Google all’inizio del suo Progetto Oxygen.

L’ipotesi di Big G era che la qualità dei manager non è fondamentale e che i manager sono nel migliore dei casi un male necessario, nel caso peggiore sono soltanto un ulteriore, superfluo livello di burocrazia. Il Progetto Oxygen iniziò nel 2002 con un esperimento parecchio radicale, ovvero la strutturazione di una organizzazione piatta, senza manager.

L’esperimento durò appena qualche mese: i dipendenti senza una guida finirono per comportarsi come galline decapitate che giravano a caso, incapaci di gestire anche le situazioni più semplici.

A quel punto Google invertì completamente la rotta, e concentrò tutti gli sforzi sul cercare di delineare i tratti e i comportamenti comuni tra i suoi migliori manager, quelli con i rendimenti maggiori. Sulla base di questo studio interno, Google ha poi impostato i suoi programmi di sviluppo manageriale, arrivando nel corso di una decina di anni – anche e soprattutto attraverso un costante feedback dei dipendenti – a definire 8 caratteristiche che contraddistinguono (e che quindi deve avere) un manager di successo.

Google riscontrò importanti miglioramenti a livello di volume di affari, prestazioni e soddisfazione del suo team di manager, con un significativo innalzamento della qualità del 75% di quelli che inizialmente ottenevano i risultati meno brillanti.

Dopo ulteriori analisi, vennero individuate altre 2 caratteristiche fondamentali, arrivando quindi a ottenere

I 10 tratti immancabili per un buon capo, secondo Google

1 – Sii un buon coach

Non ci sono vie di mezzo: o ti prendi cura dei tuoi collaboratori o non lo fai. Se lo fai, vuol dire che investi tempo ed energie per portare i tuoi compagni di viaggio a crescere e ad auto migliorarsi.
Il 50% di ciò che significa essere un buon coach è sostanzialmente questo. Il restante 50% è avere la consapevolezza che questo processo di miglioramento deve essere facilitato e non imposto.

Hai presente il detto confuciano?

“Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno, insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita”

Un buon coach aiuta gli altri a sviluppare le proprie potenzialità.

2 – Incoraggia il potere decisionale del team e non intervenire su tutto

A nessuno piace sentirsi continuamente controllato e privato di qualunque potere decisionale. Gretchen Spreitzer, ricercatrice all’Università del Michigan ed esperta in sviluppo della leadership, conferma che i dipendenti a cui è stata data maggiore libertà decisionale manifestano una più alta soddisfazione per il lavoro che svolgono e un maggiore senso del dovere e della responsabilità nei confronti dell’azienda, rendono di più e sono più motivati.

Un manager che incoraggia il potere decisionale del team risulta inoltre più influente e viene percepito come modello dai propri sottoposti.

Meno controllo + maggiore libertà decisionale = win win.

3 – Crea un ambiente di lavoro inclusivo, orientato all’interesse di tutto il team

La soddisfazione dei singoli nasce spesso da uno sforzo comune. Gli individui provano una forte gratificazione nell’essere parte di un team vincente.

I manager migliori sono in grado di stimolare lo spirito di gruppo e l’interdipendenza, e i dipendenti sono molto più propensi ad affidarsi ad un manager orientato al successo del team, perché sanno che ne trarranno vantaggio e soddisfazione.

4 – Sii produttivo, proattivo e focalizzato sugli obiettivi

La produttività dei tuoi impiegati va presa molto seriamente, ma un buon manager deve anche saper fornire gli strumenti e le occasioni perché possano svilupparla. Devi limitare al minimo il processo, ovvero i diversi passaggi che separano un tuo dipendente dal raggiungimento dell’obiettivo. Non limitarti a fissare dei traguardi e ad aspettare che vengano raggiunti, ma insegna ai tuoi dipendenti – o comunque mettili nelle condizioni di imparare – come raggiungerli.

5 – Sii un buon comunicatore: ascolta e condividi le informazioni

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Il problema principale nella comunicazione è illudersi che avvenga quando invece non è così.

Spesso la comunicazione è carente o addirittura assente perché nessuno dei due interlocutori – in questo caso il manager e il team – si impegna abbastanza. Devi dimostrare di essere un buon comunicatore assicurandoti che i tuoi messaggi giungano chiari al mittente, e investendo parte del tuo tempo nell’ascoltare i tuoi collaboratori.

A.G. Lafley, ex Amministratore Delegato di Procter & Gamble, diceva che il 90% del suo lavoro era dedicato alla comunicazione interna. Con specifico riferimento al punto successivo.

6 – Dai al tuo team una visione / strategia ben precisa

Immagina di essere al timone di una nave. Senza una visione e una strategia ben chiare, tutto il tuo team finirà per arenarsi o naufragare sugli scogli. Devi stimolare i tuoi collaboratori a costruire e condividere una visione comune. Non basterà imporgli la tua. L’importante è ribadire questa strategia comune, per far sì che sia sempre ben chiara e condivisa da tutti.

7 – Incoraggia gli avanzamenti di posizione e metti in discussione le prestazioni

I manager migliori si preoccupano dell’avanzamento di carriera dei propri collaboratori tanto e quanto del loro. Le persone hanno bisogno di continui feedback, e tu sei là per darglielo.

I tuoi collaboratori non lavorano soltanto per arrivare a un incentivo o a un premio produzione, ma lo fanno per raggiungere i propri traguardi, per crescere e migliorarsi a livello personale. Aiutali a incanalare le loro potenzialità e ad avanzare nelle loro carriere. Avrai collaboratori sempre più preparati e motivati, che hanno condiviso e condividono con te gli interessi di tutta l’azienda.

8 – Acquisisci le competenze fondamentali per poter dialogare con il team

Uno dei punti fermi di Google è che i suoi manager abbiano le competenze tecniche di base (programmazione, marketing, innovazione, ecc.) per poter stare “nella stessa barca” con i propri dipendenti. Se c’è un problema, un buon manager non si limita a dire “Lavoro tuo, problema tuo”, ma deve saper parlare lo stesso linguaggio per arrivare insieme ad una soluzione o, se non altro, per comprendere il valore del lavoro di ogni singolo membro del team.

Cerca di mantenerti sempre aggiornato sulle tendenze del tuo settore, e documentati ogni volta che ne hai occasione per poter restare sempre sul pezzo esattamente come pretendi – e fai in modo – che lo siano i tuoi collaboratori.

9 – Sii collaborativo

In uno scenario lavorativo sempre più globalizzato e interconnesso, in cui persone e team lavorano su progetti comuni anche e sempre più a distanza, lo spirito di collaborazione è sempre più indispensabile. Si può parlare di collaborazione quando ogni membro del team dimostra responsabilità e interdipendenza verso i compagni di squadra.

Non c’è nulla di più devastante, per una squadra, di un amministratore che mette i bastoni tra le ruote perché non è in grado di collaborare, ad esempio, con un altro dipartimento. Questo crea quell’atteggiamento esclusivo del tipo “È solo ed unicamente di nostra competenza” che mina pesantemente qualunque forma di cultura aziendale, spirito di corpo, produttività e risultati.

10 – Prendi le tue decisioni (e assumitene la responsabilità)

Un manager indeciso può paralizzare un’intera organizzazione, non soltanto dal punto di vista operativo, ma anche e soprattutto perché un comportamento sarà fonte di dubbi, incertezze, mancanza di prospettiva, delusione e persino risentimento.

Le decisioni importanti devono essere prese con risolutezza, pertanto il manager deve avere fiducia in se stesso e nella sua scelta. Aver preso una decisione forte e motivata, anche se alla fine si rivela sbagliata, sarà sempre e comunque meglio di non averne presa nessuna. Quando è il momento di agire, fallo e basta.

Dal 2001 scrivo per siti internet e blog (passando per quelle che una volta erano le webzine, le community, ecc ecc). Lavoro in proprio come freelance e collaboro con diverse agenzie di comunicazione e ...

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