Quali domande al colloquio di lavoro posso fornirci le informazioni più interessanti sul candidato?
Un quesito che chiunque si sia trovato a essere selezionatore di una risorsa aziendale si è trovato a porsi.
Spunti eccellenti li abbiamo trovati in un interessante articolo comparso su Quartz, il famoso business-magazine digitale. Un’intervista a 10 amministratori delegati e dirigenti incentrata su quali siano le Domande con la D maiuscola che questi 10 uomini d’affari amano porre ai potenziali candidati durante il colloquio di lavoro.
#1 – Preferisci essere rispettato o temuto?
Domanda machiavellica fatta dal CEO di CA Technologies Michael Gregoire, che continua a proporla durante ogni colloquio di lavoro per valutare lo stile di leadership delle singole persone.
Non esiste chiaramente una risposta esatta, se non messa in relazione con il ruolo per cui si sta svolgendo l’intervista e un contesto. In linea di massima comunque in un ambiente professionale è opportuno riuscire a farsi rispettare piuttosto che temere, anche se in situazioni complicate, il bastone talvolta può essere molto più utile della carota.
#2 – Perché sei qui oggi?
Con tale quesito il CEO di Travelport Gordon Wilson principalmente cerca di capire se i candidati vogliano l’incarico per portare più beneficio a se stessi o all’azienda. Per l’imprenditore della nota società inglese, oltre al fatto che chi porta vantaggio alla propria impresa ottiene di conseguenza anche dei riconoscimenti a livello personale, per stabilire se una nuova risorsa possa davvero aiutare il team, questa deve dimostrare di volere l’assunzione più per la crescita del business (75%) e meno per la crescita individuale (25%). Citandolo: “Se l’impresa ne ha beneficio, anche tu ne trarrai beneficio di conseguenza.”
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#3 – Come ti hanno trattato in passato?
Tra le domande da fare a un colloquio di lavoro, il CEO di Tupperware Rick Goings è interessato a scoprire prima di tutto come chi voglia farsi assumere in azienda sia stato trattato nel corso del tempo durante le sue precedenti esperienze di vita e lavoro. A detta di Goings, adottando questa semplice strategia si possono scoprire molte informazioni preziose sia sulle interazioni quotidiane dei vari referenti, sia sui modi che gli stessi hanno di rapportarsi al prossimo.
#4 – Quale proprietà preferisci a Monopoli e perché?
Per Ken Moelis, fondatore e CEO della banca newyorkese Moelis & Co, un quesito simile, nel caso di una posizione di medio livello, è utile al responsabile innanzitutto per comprendere come i candidati tendano a comportarsi in circostanze più o meno favorevoli: a seconda delle risposte ottenute si può per esempio prevedere l’atteggiamento proposto dalla risorsa in presenza di una situazione favorevole o capire come la stessa agisca dinanzi al rischio.
#5 – Come ti sei comportato quando hai fallito?
A parere del CEO di MassMutual Roger Crandall, parlando con i possibili nuovi assunti dei loro fallimenti, si capisce quanto gli stessi siano creativi e umili. Mettendo le persone nella condizione di potersi raccontare sinceramente descrivendo pregi e difetti, le si porta a spiegare anche come potrebbero diventare individui, soci, leader e responsabili utili per l’azienda. Soggetti onesti di cui potersi fidare, capaci di contribuire davvero alla crescita del business.
#6 – Qual è l’errore più grande che hai commesso e cosa ti ha insegnato?
Secondo il fondatore e CEO di Algebris Davide Serra, con questo quesito si comprende se i candidati riescono a non farsi prendere dal panico nelle situazioni di allarme e se le loro azioni possono in qualche modo diventare la causa di specifici problemi. Chi fornisce risposte vaghe descrivendosi solo come un mero spettatore del fallimento a cui non spetta alcuna colpa, perde inevitabilmente la fiducia del titolare che capisce di trovarsi davanti ad una persona incapace di assumersi le proprie responsabilità.
#7 – Quale vino preferisci?
Il CEO di Infor Charles Philips, invece di fare delle vere e proprie domande per un colloquio di lavoro, preferisce portare a cena i candidati, per valutare il loro atteggiamento in un contesto diverso da quello aziendale. Affinché il candidato possa realmente superare la prova, oltre a convincere i presenti che il vino da lui scelto meriti di essere ordinato, deve anche riuscire a dimostrare massima spontaneità mentre parla con il cameriere.
#8 – Sei disposto a passare dalle parole ai fatti?
Quando il presidente e CTO di Tech Mahindra Atul Kunwar vuole capire se assumere o meno una persona, le fa fare qualcosa di cui ha parlato durante il colloquio di lavoro, per vedere quanto sia davvero disposta a mettersi in gioco in caso di necessità. Se, per esempio, un candidato dice di essere appassionato di canto, gli chiede di esibirsi davanti ai presenti, così da poter valutare sia la reazione alla richiesta che la passione trasmessa nel fare un qualcosa di assolutamente inaspettato.
#9 – Qual è il tuo più grande sogno nella vita?
Ponendo un simile quesito, la co-fondatrice e CEO di SOHO China Zhang Xin, tenta di comprendere quanto il suo referente sia effettivamente ambizioso e determinato dal punto di vista professionale. Dato che la nota titolare cinese negli anni ha costruito il suo impero imprenditoriale partendo da zero, in base alle risposte ottenute dal candidato, riesce a capire quanto lo stesso possa effettivamente contribuire alla crescita del proprio business.
#10 – Cosa desideravi quando avevi 7-8 anni?
Tra le domande da fare a un colloquio lavorativo, quella sui sogni dell’infanzia è forse la preferita della vice-presidentessa di Barclays Barbara Byrne, perché un simile quesito ha la facoltà di svelare le vere caratteristiche di una persona. Secondo la Byrne, se si vuole capire qual è la reale indole di un individuo, bisogna entrare in punta di piedi nel passato dello stesso, analizzando i desideri e le aspettative del bambino per scoprire le qualità dell’adulto.
Questa la nostra lista di 10 domande per un colloquio di lavoro: quesiti posti ogni giorno da alcuni tra i maggiori pezzi grossi del momento, che possono aiutare tutti gli imprenditori a reperire dei candidati vincenti da includere in azienda.
Photo credit: Ted Murphy – cc.
Nasco a Milano nel 1985 e il primo ricordo di scuola è il quaderno coi temi d’italiano che ancora conservo. Frequento il liceo artistico a Padova, ma passo intere giornate a scrivere racconti sugli ...
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