Come assumere il personale giusto per la tua attività SENZA ostinarti nella ricerca del candidato perfetto

Regina Hartley, dopo 25 anni di direzione delle risorse umane in Ups Information Services, ci aiuta a capire come individuare il candidato da assumere senza farsi accecare dalla ricerca della perfezione.

Come assumere il personale giusto SENZA cercare il candidato perfetto
 

Ipotizziamo che tu debba assumere personale nella tua azienda. Ci sembra già di sentire i mille dubbi che affollano la tua testa: come assumere il personale giusto? Oppure, come selezionare un collaboratore idoneo? Come scegliere il candidato giusto per il compito? E ti immaginiamo lì, dietro la tua scrivania, sommerso dai curriculum vitae in formato europeo (un crimine contro l’umanità a nostro parere) e pronto a organizzare i colloqui, il tutto per assumere l’impiegato perfetto.

Ma poi, il dipendente perfetto esiste? E se esiste, qual è il suo curriculum? Regina Hartley durante il Ted@Ups di Atlanta nel 2015 affronta il tema con un intervento dal titolo: “Why the best hire might not have the perfect resume” (in fondo all’articolo trovi il video dell’intervento sottotitolato in italiano). In estrema sintesi, Regina pensa che chi, sulla carta, appare come il candidato perfetto, potrebbe non essere quello che hai davvero bisogno di assumere.

La questione ci ha incuriositi al punto che abbiamo deciso di approfondirla insieme a te, per trarre qualche spunto sulla selezione del personale. In effetti Regina Hartley non è proprio l’ultima arrivata in questo settore, dato che da più di 25 anni è direttore delle risorse umane di Ups Information Services, il gigante americano delle spedizioni.

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La manager inizia il suo intervento ponendoci di fronte a un grande bivio: a parità di competenze, dobbiamo scegliere tra due candidati con un profilo molto diverso.

  • Il primo candidato, che lei chiama “il Cucchiaio d’argento”, ha frequentato un’università prestigiosa, ha ottenuto la lode, ha delle ottime referenze e un curriculum impeccabile.
  • Il secondo candidato, soprannominato “il Combattente”, ha frequentato delle scuole statali, ha svolto molti lavori ma saltuari, e anche dei lavori insoliti, come “cassiera e cameriera cantante”.

Eppure entrambi sono parimenti qualificati, ciò che li differenzia sono solo le loro storie di vita. Il Cucchiaio d’argento ha avuto dei vantaggi, è destinato al successo ed è stato cresciuto per questo. Il combattente invece, ha dovuto lottare contro delle condizioni “avverse” per poter arrivare allo stesso punto.

Regina, quindi, lancia una prima provocazione: quale tra i due sceglieresti? Lei non ha dubbi: darebbe una possibilità al Combattente. Ora giunge spontaneo chiedersi il perché di questa scelta. Volevamo un consiglio su come scegliere il candidato giusto, e magari ci ritroviamo con un soggetto inconsistente e imprevedibile?

In realtà non è sempre detto che l’aver svolto una serie di lavori saltuari indichi questo tipo di persona, anzi, può anche essere segno di una lotta contro gli ostacoli della vita. Quindi come minimo, suggerisce la Hartley, al Combattente va concesso un colloquio.

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L’esperienza da “Combattente” di Regina Hartley

Per spiegare bene cosa intende per Combattente si è definita tale e ha parlato della sua vita a titolo di esempio. Suo padre è affetto da schizofrenia paranoica e non riusciva a tenersi un lavoro, nonostante la sua genialità; ha quattro fratelli, ed è stata allevata da una madre single in un quartiere difficile di New York; è cresciuta in povertà, non aveva nemmeno un telefono. E ha lavorato come cameriera cantante per aiutare a pagare il college.

Se la sua vita non dovesse bastare come esempio, Regina ha fatto delle ricerche sulla vita di persone d’affari e di successo, scoprendo che ci sono delle caratteristiche comuni. In molti, come lei, avevano sperimentato delle difficoltà fin da bambini, come l’abbandono precoce da parte di un genitore, alcolismo, disturbi dell’apprendimento, violenze.

Sempre grazie a questi studi ha scoperto che anche i traumi possono portare a crescita e trasformazione. Il fenomeno ha anche un nome scientifico: Crescita Post Traumatica.

Da una ricerca a proposito è emerso che in un campione di 698 bambini che hanno sperimentato condizioni dure ed estreme, un terzo cresce e conduce una vita sana, produttiva e di successo. Le avversità forgiano e anzi, diventano proprio quei momenti chiave per sviluppare i ”muscoli” e la grinta necessaria ad avere successo.

Per citare un esempio famoso, Regina ha riassunto la vita di un potenziale candidato-Combattente:

  • dato in adozione,
  • non ha mai finito l’università,
  • ha svolto molti lavori saltuari,
  • è stato in India per un anno
  • e, ciliegina sulla torta, ha la dislessia.

Nessuno mai lo assumerebbe, eppure il suo nome era Steve Jobs.

A proposito, in uno studio in cui la speaker si è imbattuta ha scoperto che molti imprenditori di successo sono dislessici. Quello che è davvero sorprendente è che proprio questi imprenditori ora vedono il loro disturbo dell’apprendimento come un “ostacolo desiderabile”, perché li ha resi degli ascoltatori migliori e particolarmente attenti ai dettagli.

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Il profilo del candidato Combattente

Nel suo discorso, Regina ha continuato a delineare il profilo dei Combattenti, sottolineando quale sia il motore delle loro azioni verso il successo. Si tratta della convinzione che l’unica persona su cui possono avere il pieno controllo sono se stessi. Quindi, quando le cose iniziano ad andare male, non cercano una causa esterna, ma si chiedono piuttosto “cosa posso cambiare per avere un risultato migliore?” Dopotutto, cosa sono le sfide imprenditoriale di fronte al sopravvivere alla povertà, agli abbandoni, alle violenze o alle malattie? Ecco perché il Combattente è risoluto e non si arrende tanto facilmente.

Altre due caratteristiche da annoverare nell’arsenale dei Combattenti sono l’umorismo e gli affetti. L’umorismo è un’arma fondamentale che aiuta a superare i momenti difficili, perché aiuta a cambiare la prospettiva da cui si osserva il problema. L’avere qualcuno su cui poter contare è altrettanto importante per superare le avversità, e per tirare fuori la propria parte migliore.

Nonostante sembra tessere le lodi dei Combattenti in tutto il suo discorso, Regina non intende svalutare i Cucchiai d’argento. Sa bene che essere ammessi e poi laurearsi in un ateneo d’elite richiede moltissimi sacrifici. Ma se la loro intera vita è stata orientata al successo, in che modo si affrontano i momenti difficili? Un suo dipendente, laureato in una di queste prestigiose università, riteneva che alcuni incarichi non fossero alla sua altezza, e alla fine si è dimesso.

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La scelta

Ritornando al quesito iniziale, se non sapete ancora chi scegliere tra il cucchiaio d’argento e il combattente, per scegliere il candidato giusto il consiglio di Regina è di scegliere il candidato sottovalutato, che ha come armi segrete passione e determinazione.

 

Classe 83. Trevigiano di nascita ma Internettiano d’adozione. Non ho ricordi di casa mia senza un computer. La prima volta che ho messo piede sul web avevo 12 anni, Google ancora non esisteva e ci volevano ...

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