Le donne che siedono nelle stanze dei bottoni sono ancora poche, e questo è un dato di fatto, ma negli ultimi tempi le nostre orecchie si sono abituate, per fortuna, a sentire parlare di imprenditoria femminile.
E se oggi il successo in rosa non fa più notizia come qualche anno fa, lo si deve a quelle pioniere che negli anni hanno fatto da apripista, sebbene talvolta le loro storie non hanno trovato posto nei libri di storia. Vogliamo parlare di qualcuna di loro, raccontarne la storia e il successo, di come hanno cambiato il mondo con le loro innovazioni, e di come hanno spianato la strada a quelle donne che sono venute dopo di loro, noi comprese.
Mary Katherine Goddard
Partiamo di molto lontano nel tempo (1766) e nello spazio (Rhode Island, Usa) per riscoprire la storia della prima donna a diventare editore in America. Mary Katherine Goddard ha assunto il comando del giornale del fratello quando quest’ultimo si recò all’estero per affari, e lo tenne per ben 10 anni.
Sempre a lei spetta di diritto anche un altro primato, infatti è stata anche la prima donna a diventare direttrice di un ufficio postale oltreoceano, nel 1775. Nel 1789 fu rimossa dalla sua posizione dal direttore generale in favore di un alleato politico, e questo scatenò le proteste dei cittadini di Baltimora che erano contrari a questo provvedimento. Fu organizzata anche una petizione per farle riottenere il posto, ma non funzionò.
In ogni caso, deve la sua notorietà all’aver stampato la prima copia della Dichiarazione d’indipendenza che includeva tutti i nomi di chi l’aveva firmata. Mary Katherine Goddard, dopo l’ufficio postale, continuò a lavorare come stampatrice e come venditrice di libri e altri beni, fino alla sua morte nel 1816.
Lydia Pinkham
Nel 1875 Lydia Estes Pinkham è riuscita a trasformare i suoi rimedi casalinghi naturali in un vero e proprio business. Il segreto fu una strategia di marketing vincente: infatti fece conoscere i suoi prodotti alle donne e le educò a riconoscere i problemi di salute.
Il successo fu tale che venne riconosciuta come una paladina della salute delle donne in un’epoca in cui i bisogni di queste non erano ascoltati dalla comunità medica. Infatti il suo principale prodotto fu il Pinkham’s Vegetables Compound, un mix di radici, erbe e alcol, che serviva ad alleviare i dolori mestruali e i sintomi della menopausa.
Inizialmente distribuiva i suoi rimedi ad amiche, parenti e vicine di casa, ma la sua notorietà crebbe fintanto che alcuni sconosciuti la contattarono per avere la sua ricetta. A quel punto, insieme ai suoi tre figli, Lydia ha iniziato a imballare e vendere il suo principale rimedio.
Quindi aprì l’azienda nella cantina della sua casa a Lynn, in Massachusetts. Il prodotto fu quindi pubblicizzato in molti giornali americani, e l’azienda è rimasta attiva fino al 1968, quando fu assorbita da un’industria più grande.
Una curiosità su Lydia: 200 anni prima della sua nascita il suo antenato Guglielmo d’Este è migrato negli Stati Uniti, cosa che rende Lydia di origini italiane.
Madam C.J. Walker
La storia di questa donna la rendere, con buone probabilità, una delle donne di maggior successo di tutto il 20esimo secolo.
Si può dire che Madam C.J. Walker abbia creato il suo impero dal nulla, dato che i suoi genitori erano schiavi, e rimase orfana a soli 7 anni.
Nel 1905 ha inventato la ricetta per un prodotto per capelli in grado di ammorbidire e curare il cuoio capelluto. Si chiamava Madam Walker’s Wondefull Hair Grower, inventato perché lei in prima persona soffriva di una malattia che le aveva fatto perdere la maggior parte dei capelli.
Dopo il successo in patria, negli Usa, è arrivato quello in America centrale e nei Caraibi. Il suo successo fu tale che, nel 1917, ha tenuto la prima riunione internazionale delle donne imprenditrici di Philadelphia, intitolata “Madam C.J. Walker Hair Culturist Union of America Convention”.
Luisa Spagnoli
Nel 1907 Luisa Spagnoli ha fondato, insieme al marito, una delle aziende italiane più note, e ha creato uno dei prodotti più amati di sempre.
Se il nome di questa imprenditrice oggi è noto come marchio di moda, basterà sapere che la più grande impresa della Spagnoli è stata la fondazione della Perugina, e con essa l’invenzione del “Bacio”, l’iconico cioccolatino.
Dopo che il marito si ritirò dall’azienda, fu lei a prendere il comando. Si concentrò sul migliorare le condizioni dei dipendenti, creando case, asili aziendali e promuovendo un’etica lavorativa piuttosto rivoluzionaria per l’epoca.
Per quanto riguarda il marchio di moda, fu fondato quattro anni dopo la sua morte dal figlio Mario, tenendo in mente la tecnica innovativa con cui la Spagnoli si riforniva di lana d’angora, ovvero pettinando i conigli che lei allevava, invece di scuoiarli.
Ma Perkins
Nei tempi in cui la radio occupava un posto d’onore nel cuore degli americani, l’attrice Virginia Payne ha interpretato in più di 7.000 episodi il personaggio di Ma Perkins, catturando l’attenzione degli ascoltatori con la sua gentilezza e genuinità.
Ma Perkins era una vedova autosufficiente, proprietaria di una falegnameria, che offriva i suoi consigli “semplici” a chi cercava aiuto. Virginia Payne debuttò in radio con Ma Perkins nel 1933, e lo show continuò ad andare in onda su NBS e su CBS fino al 1960.
La Payne morì nel 1977, ben 11 anni prima di vedere il suo alterego radiofonico introdotto nella Hall of fame dedicata alla radio.
Brownie Mae Humphrey (Brownie Wise)
Un nome alquanto sconosciuto, per un marchio universalmente noto. Brownie Wise fu una madre single che, nel 1950, si è resa conto che Tupperware avrebbe venduto di più nei party organizzati nelle abitazioni private che nei negozi.
La sua strategia di marketing funzionò ed Earl Tupper, l’inventore in persona, la nominò vicepresidente della sua azienda. Nel 1958 però, il signor Tupper la licenziò dopo che la stampa la indicò come responsabile del successo della Tupperware. La Wise morì nel 1992, ma la sua strategia di vendita continua a vivere in moltissime aziende.
Ruth Handler
Sicuramente il nome non suonerà totalmente nuovo agli appassionati di bambole, infatti stiamo per raccontare la storia della “mamma” di Barbie.
Con la sua invenzione la Handler ha letteralmente cambiato il modo di giocare, e di sognare, delle bambine, oltre ad aver lasciato un segno indelebile nella cultura occidentale.
L’idea che sta alla base del successo di Barbie è venuta osservando sua figlia giocare. Ruth ha notato, infatti, che la piccola preferiva giocare con delle bambole di carta che assomigliavano a degli adulti. Suo marito non era convinto della sua intuizione, ma nel 1959 arrivò il debutto alla fiera dei giocattoli di New York. Ruth e suo marito stavano già vendendo alcuni prodotti per la Mattel, e nel 1967 la Handler ne divenne la presidente, posizione che ricoprì fino al 1974.
La sua eredità continua a prosperare ancora oggi, dato che Barbie fa incamerare più di 1 bilione all’anno alla Mattel.
Oprah Winfrey
Nata in Mississippi nel 1954, Oprah Winfrey ha vissuto in povertà, ma nonostante questo è riuscita a portare a termine gli studi in comunicazione all’università statale del Tennessee.
I suoi esordi sono legati alla radio, dove ha esordito nel 1983 in un talk show mattutino. Nel giro di qualche mese il suo programma ha iniziato a spopolare e da lì la sua carriera è decollata verso la grande notorietà.
Oggi è diventata produttrice e conduttrice del suo show, il famosissimo The Oprah Winfrey Show, ma è anche la fondatrice del magazine O, e del sito internet Oprah.com dedicato allo stile di vita femminile. In più la sua associazione Oprah’s Angel Network raccoglie circa 70 milioni di dollari che riversa totalmente nelle casse di organizzazioni nonprofit. Ha creato una casa di produzione, Harpo Productions Inc., e ha co-fondato la televisione via cavo per donne Oxygen Media.
In poche parole, sembrano non esserci limiti a cosa riesce a fare questa incredibile imprenditrice.
Sara Blakely
Verso la fine degli anni Novanta, Sara Blakely pensò di produrre delle calze da donna che fossero modellanti e che lasciassero il piede libero. Creò quindi il concetto dell’intimo di sostegno, che scrisse la parola fine alla schiavitù femminile dei collant.
Per testare i suoi prototipi la Blakely usò il suo stesso corpo. Infatti testò personalmente i prodotti, in un ambiente che riteneva questa accortezza superflua.
Nel 2000 quindi la Blakely ha fondato la Spanx, oggi un’azienda milionaria, soprattutto grazie a Oprah Winfrey che la nominò durante uno dei suoi show.
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Come sempre mi capita quando mi viene chiesto di parlare di me, mi ritrovo in grande difficoltà. Questo perché le definizioni mi sono sempre andate strette. Quello che posso dire su di me è che sono ...
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