L’art. 9-bis del D.L. 50/2017 ha introdotto nel nostro ordinamento gli Indici Sintetici di Affidabilità fiscale (ISA) per gli esercenti attività d’impresa, arti o professioni, volti a sostituire progressivamente i tanto “odiati” studi di settore e parametri contabili, da tempo ritenuti strumento obsoleto e poco adatto alla nuova situazione economica del Paese.
Secondo quanto previsto dal citato D.L. 50/2017 sarebbero comunque serviti almeno due anni per la completa abrogazione degli studi di settore e la loro sostituzione con i nuovi ISA: era prevista infatti una fase transitoria nella quale avrebbero continuato a trovare applicazione sia studi di settore e parametri limitatamente però a quelle attività per le quali gli ISA non erano stati ancora approvati, mentre per le altre attività si potevano già utilizzare i nuovi indici.
In attuazione delle nuove disposizioni il provvedimento dell’Agenzia delle entrate n. 191552/E del 22.09.2017 aveva individuato le attività economiche per le quali sono stati elaborati i primi 70 indici sintetici di affidabilità fiscale, che avrebbero dovuto trovare applicazione già partire dal periodo d’imposta 2017 (modello Redditi 2018).
Tuttavia, in sede di approvazione della Legge di Bilancio 2018 è stato previsto il differimento al 2018 dell’applicazione degli ISA, proprio per evitare di utilizzare per l’anno 2017 un duplice strumento (studi di settore e parametri per alcune attività e ISA per altre)
“al fine di assicurare a tutti i contribuenti un trattamento fiscale uniforme e di semplificare gli adempimenti dei contribuenti e degli intermediari”.
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Indici di Affidabilità fiscale: cosa sono?
Ma cosa sono e come dovrebbero funzionare gli indici ISA? E, soprattutto, quali vantaggi (o svantaggi) dovrebbero portare ai contribuenti, imprese e professionisti che dovranno interfacciarsi con questo nuovo strumento?
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I nuovi ISA sono stati concepiti per favorire l’emersione spontanea delle basi imponibili e per stimolare l’assolvimento degli obblighi tributari da parte dei contribuenti; l’istituzione di tali indici rappresenta un’ulteriore iniziativa che mira, utilizzando anche efficaci forme di assistenza, a rafforzare la collaborazione fra contribuenti e Amministrazione finanziaria, anche con l’utilizzo di forme di comunicazione preventiva rispetto alle scadenze fiscali (quali avvisi e comunicazioni).
Nel dettaglio, gli indici sono indicatori che, misurando attraverso un metodo statistico- economico, forniscono dati e informazioni relativi a più periodi d’imposta:
- forniscono una sintesi di valori tramite la quale sarà possibile verificare la normalità e la coerenza della gestione professionale o aziendale dei contribuenti;
- esprimono su una scala da 1 a 10 il grado di affidabilità fiscale riconosciuto al contribuente, anche al fine di consentire a quest’ultimo l’accesso al regime premiale.
Le bozze dei documenti che sono state pubblicate ci hanno consentito di farci una prima idea sulle informazioni richieste. Mettiamo subito in evidenza che in linea di massima, la struttura del modello riprende quella delle attuali comunicazioni dei dati rilevanti ai fini degli studi di settore con le consuete suddivisioni nei quadri già noti agli addetti ai lavori (vengono tuttavia ridotti i dati extracontabili richiesti):
- il frontespizio per l’indicazione dell’attività prevalente, la durata del periodo d’imposta, ecc.;
- quadro A per il personale addetto all’attività (dipendenti, collaboratori, soci, amministratori);
- quadro B per le informazioni relative alle unità locali;
- quadro C per gli elementi specifici per l’attività;
- quadro D per i dati relativi ai beni strumentali;
- quadro E per i dati necessari alla revisione periodica dell’ISA:
- quadri F – imprese e G – professionisti per i dati contabili.
ISA: il regime premiale previsto
Come detto gli indici esprimono il grado di affidabilità fiscale riconosciuto a ciascun contribuente su una scala da 1 a 10; ai contribuenti che risulteranno essere affidabili secondo il nuovo metodo di valutazione sarà consentito l’accesso al sistema premiale degli ISA che prevede:
- l’esclusione dagli accertamenti di tipo analitico – presuntivo;
- la riduzione dai termini per l’accertamento;
- esonero dall’apposizione del visto di conformità e della presentazione della garanzia per i rimborsi Iva che non superino i 50 mila euro.
Indici di Affidabilità fiscale: il commento del commercialista
Per l’Agenzia delle Entrate e per il Governo si tratta di un incentivo in più alla correttezza e alla compliance fiscale, con il progressivo addio ad uno strumento, quello degli Studi di Settore, che soprattutto negli ultimi anni ha dimostrato tutte le sue carenze.
La logica degli indici infatti sembra essere del tutto opposta a quella degli studi di settore:
- fino ad oggi infatti studi di settore non congrui determinavano l’inserimento del contribuente in liste selettive per possibili accertamenti fiscali, senza tener conto di situazioni oggettive di crisi economiche o difficoltà che potevano aver determinato quel risultato di non – congruità;
- con i nuovi indici invece si viene a creare uno strumento volto ad una maggior collaborazione tra contribuenti ed amministrazione finanziaria, con possibilità per i contribuenti “affidabili” di beneficiare del regime premiale, tuttavia senza essere esentati da possibili verifiche fiscali.
Dottore Commercialista e Revisore contabile a Trieste, se mi avessero domandato ai tempi dell’università “cosa farai da grande” non avrei mai risposto “il dottore commercialista”: ed invece ...
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