Quando sentiamo dire da qualcuno, alla televisione o alla radio per esempio, che “l’Italia è uscita dalla crisi” potremmo risultare più increduli che speranzosi. Eppure queste parole potrebbero non essere frutto di una visione parziale della nostra economia (e nemmeno di qualche promessa elettorale). E non si tratta solo di una crescita osservata negli acquisti. Si tratta di una nuova fiducia, sia da parte dei consumatori ma anche da parte delle aziende, nel nostro Paese e nel tornare cautamente a vivere sereni senza la paura di un nuovo crollo.
A misurare, con metodi scientifici ovviamente, un qualcosa di così impalpabile come la fiducia ci ha pensato l’Istat, l’istituto nazionale di statistica, che alla fine di dicembre ha divulgato una rilevazione che misura il clima di fiducia dei consumatori e delle imprese italiane. Si tratta di cinque indagini mensili rivolte agli individui fisici e alle imprese di quattro settori economici. Lo scopo è quello di raccogliere giudizi e aspettative sulle loro attività presenti e future, in modo da carpire informazioni circa l’andamento dei consumi (individui singoli) e delle produzioni (imprese). Tecnicamente alle imprese e agli individui vengono poste alcune domande giudicate particolarmente idonee per valutarne l’ottimismo (o pessimismo).
Dai numeri e dai vari grafici contenuti nella rilevazione di dicembre 2017 si evince che la fiducia dei consumatori sta continuando il suo trend di crescita, mentre la fiducia delle imprese rimane stabile in alcuni settori, mentre in altri è in miglioramento costante.
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Scendendo nel dettaglio del mondo del business, il clima di fiducia delle imprese rilevato passa da 108,8 rilevati a novembre, ai 108,9. Un aumento decimale che però dimostra come la situazione si stia stabilizzando e la fiducia rimanga ai massimi storici degli ultimi dieci anni.
Sul fronte delle imprese l’lstat si è spinta un po’ più in profondità e ha diffuso i dati relativi al clima di fiducia anche nei vari settori.
Fiducia delle imprese manifatturiere
Per quanto riguarda il clima di fiducia del settore manifatturiero si è registrato un lieve calo rispetto a novembre, passando dai 110,7 ai 110,5 punti. In questo frangente a incidere di più sono le attese di produzione, giudicate in calo, e le scorte di magazzino, reputate in accumulo, mentre i giudizi positivi sul livello degli ordini continuano a crescere. In ogni caso, in un quadro di cinque mesi, l’industria manifatturiera ha registrato un progressivo aumento del clima di fiducia e ora si trova in una fase di stabilizzamento.
Fiducia del comparto costruzioni
Passando al comparto delle costruzioni, l’indice della fiducia ha registrato una decisa flessione, dopo il balzo in avanti di novembre, passando da 132,1 punti ai 127,1. In questo caso la positività lascia il passo a giudizi negativi sia sulle attese di produzione, sia sugli ordini e sui piani di costruzione.
La fiducia del settore terziario
Buone notizie, invece, giungono dalle imprese dei servizi di mercato. La fiducia sale da 108,3 a 108,9, rivelando dei netti miglioramenti sia nelle attese sugli ordini, sia nei giudizi sull’andamento degli affari. In peggioramento deciso, invece, i giudizi sugli ordini.
La fiducia del commercio
Chiudono il report dell’Istat i grafici relativi alla fiducia delle imprese del commercio al dettaglio, che confermano il loro trend positivo. Si passa da 110,1 a 112,3, un buon balzo in avanti, nonostante i giudizi sulle vendite correnti siano in netto peggioramento. Le attese sugli ordini sono in netta ripresa riportandosi molto vicine alla positività di ottobre. Buone notizie anche sulle scorte di magazzino, giudicate in diminuzione.
Forse non possiamo affermare con totale convinzione che l’Italia sia uscita dalla crisi, ma non possiamo ignorare i segnali positivi che stanno arrivando dal mondo delle imprese. Infatti dal punto di vista della crescita economica il 2017 è stato l’anno migliore che il nostro paese ha vissuto dal 2010. E questa è decisamente una bella notizia.
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Classe 83. Trevigiano di nascita ma Internettiano d’adozione. Non ho ricordi di casa mia senza un computer. La prima volta che ho messo piede sul web avevo 12 anni, Google ancora non esisteva e ci volevano ...
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