Il lavoro autonomo è in continuo aumento negli ultimi anni, le partite IVA personali fioccano anche grazie ai regimi agevolati che negli ultimi anni hanno innescato delle vere e proprie corse alla libera professione.
Parliamo di tutti quei liberi professionisti, freelance e lavoratori autonomi che spesso non sono iscritti ad alcun albo professionale e svolgono le loro attività in assenza di rappresentanza sindacale.
Un popolo di lavoratori, sempre in bilico tra l’indipendenza economica e quella professionale, per troppo tempo lasciato senza alcuna tutela.
Dopo tre anni di rimpalli tra le due camere (a novembre sembrava fatta e invece…), due governi e innumerevoli modifiche, emendamenti e revisioni, il Senato darà il via libera definitivo al celeberrimo DDL Jobs Act autonomi, una legge che introduce una serie di misure a tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale che estendono e riconoscono maternità, malattia, riposi e altre forme di tutela agli oltre 2 milioni e 500 mila lavoratori autonomi italiani.
Il Jobs Act Autonomi coinvolge comunque tutti i titolari di Partita Iva senza Albo di riferimento e gli iscritti agli ordini professionali, ad esclusione delle norme previdenziali, in quanto ogni ordine e Cassa ha proprie regole per quanto riguarda maternità e malattia.
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Tutele e diritti introdotti con il Jobs Act Autonomi
Non sarà possibile saldare le fatture oltre i 60 giorni e qualunque clausola contrattuale lo preveda sarà considerata nulla. Un punto che può sembrare secondario ma che nei fatti non lo è per nulla. La riduzione dei tempi di pagamento è un tema scottante in Italia, anche se l’ultimo Osservatorio sui protesti e i pagamenti delle imprese firmato da Cerved sembra disegnare un clima di rinnovata fiducia.
Gli autonomi potranno partecipare ad appalti e bandi pubblici per incarichi di consulenza e ricerca, ora riservati solo alle aziende. L’accesso ai bandi, sarà pertanto, senza obbligo di iscrizione alla Camera di Commercio.
Le idee dovranno essere pagate, l’articolo 4 del Disegno di Legge è molto chiaro in merito. I lavoratori autonomi:
“Salvo il caso in cui l’attività inventiva sia prevista come oggetto del contratto di lavoro e a tale scopo compensata, i diritti di utilizzazione economica relativi ad apporti originali e a invenzioni realizzati nell’esecuzione del contratto stesso spettano al lavoratore autonomo […].”
Nel campo della deducibilità:
- le spese deducibili per corsi di aggiornamento professionale e orientamento che vengono estese a 10 e 5 mila euro;
- le spese per svolgere un incarico sostenute dal datore di lavoro non andranno a incidere sul reddito della partita Iva;
- i costi per assicurarsi contro il mancato saldo dei servizi erogati.
Il Jobs Act autonomi interviene anche sugli accordi tra impresa e lavoratore autonomo / freelance. Negli accordi dovranno, infatti, essere rigidamente disciplinati i tempi di riposo (il cosiddetto diritto alla disconnessione). Inoltre, i compensi e le clausole dovranno essere allineati a quanto previsto per i lavoratori interni all’azienda che svolgono le medesime mansioni.
Si estende ai lavoratori autonomi anche la disciplina relativa all’abuso di dipendenza economica che disciplina i rapporti tra le imprese, avendo riguardo anche ai rapporti con le normative contigue in materia di contratti e di concorrenza. La norma in parole estremamente spicce vieta al più forte, ad esempio una multinazionale, di determinare nei rapporti commerciali un eccessivo squilibrio di diritti e obblighi.
Ulteriori garanzie sono:
- il divieto per il committente di recedere dal contratto in maniera unilaterale e senza preavviso e soprattutto senza un adeguato risarcimento nei confronti del lavoratore autonomo;
- il già sopracitato obbligo del pagamento delle fatture entro 60 giorni.
La legge introduce, poi, una disciplina più favorevole in caso di malattia, infortunio e gravidanza. Una garanzia per chi svolge un’attività continuativa per un committente potrà essere garantito.
Come anticipato, in caso di maternità la lavoratrice autonoma potrà continuare a fatturare percependo l’indennità. Il congedo parentale viene esteso dagli attuali tre a sei mesi e sarà possibile usufruirne entro i tre anni dalla nascita del figlio.
Molto interessante anche la possibilità di sostituzione, la lavoratrice potrà concordare con il committente di essere sostituita da una persona di fiducia in possesso dei requisiti professionali.
Per i casi di infortunio o malattia, il rapporto di lavoro con il committente non sarà estinto ma sospeso fino a un massimo di cinque mesi (150 giorni). Inoltre, chi si vedrà costretto a sospendere il rapporto di collaborazione per più di 60 giorni potrà interrompere il versamento dei contributi e dei premi assicurativi fino a due anni.
Classe 83. Trevigiano di nascita ma Internettiano d’adozione. Non ho ricordi di casa mia senza un computer. La prima volta che ho messo piede sul web avevo 12 anni, Google ancora non esisteva e ci volevano ...
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