Nel 2015 calano drasticamente i protesti e i pagamenti in ritardo delle aziende italiane: questo il risultato emerso da una recente analisi condotta da Cerved, che testimonia quanto la ripresa economica 2015 del nostro Paese sia strettamente connessa all’uscita dal mercato delle società fallite per effetto della crisi.
Protesti
Secondo i dati emersi dalla ricerca in questione, la diminuzione dei protesti iniziata a partire dal secondo semestre del 2013, si è intensificata soprattutto tra aprile e giugno 2015 interessando indistintamente tutti i settori merceologici dell’intera Penisola e riportando il numero di realtà protestate sotto i livelli presenti nel 2007.
Se nel 2015 le suddette imprese hanno raggiunto quota 13.800, rispetto al 2014 tale valore si è abbassato di 18,1 punti percentuali, coinvolgendo in primis l’edilizia (-18,4%), i servizi (-17,3%), l’industria (-16,6%), ma anche la manifattura (dove le riduzioni hanno avuto tassi a doppia cifra), il terziario (tranne le attività immobiliari) e la logistica (in linea con il periodo pre-crisi).
Per quanto concerne le zone in cui l’abbassamento dei protesti è stato maggiore, a confronto con il secondo trimestre del 2014:
Easyfatt è il software gestionale utilizzato ogni giorno da oltre 100.000 imprese italiane.
- il Nord-Est ha portato nello stesso periodo del 2015 un -23,2%;
- il Nord-Ovest un -19,7%;
- ed il Centro un -18,6%.
Discorso a parte va fatto per il Sud del Paese dove, nonostante il numero delle aziende protestate sia tornato inferiore rispetto al 2007 (-1,1%), continua a sussistere una differenza negativa con il resto dello Stivale: mentre nel Mezzogiorno tali società sono 1,1 su 100, a Nord-Ovest sono 0,5 su 100, a Nord-Est sono 0,4 su 100 e nel Centro sono 0,8 su 100.
Pagamenti in ritardo
Come già anticipato in precedenza, lo scorso anno sono diminuiti anche i pagamenti in ritardo, stabilendo nel secondo trimestre 2015 una media nel saldo delle fatture di 74,2 giorni (-2,8 giorni rispetto allo stesso periodo 2014 e -10 giorni rispetto al 2012, quando si è toccato a tutti gli effetti uno dei picchi più negativi in assoluto).
Se da un lato si riducono le attese nella ricezione dei compensi (da 19 a 16,8 giorni), dall’altro si abbassano i giorni delle scadenze pattuite (da 58 a 57,4 giorni). Inoltre, sempre in merito alla questione saldi posticipati relativa ai secondi trimestri degli ultimi due anni, nel 2015 sono diminuiti i ritardi gravi (-0,6%), ma sono calate in contemporanea anche le imprese puntuali (-0,8%).
Riguardo la situazione dei diversi settori merceologici, possiamo dire che, nei medesimi periodi già messi a confronto:
- l’industria oggi liquida in 76,6 giorni (-4 giorni rispetto al 2014);
- le costruzioni in 84,4 giorni (-2,7);
- ed i servizi in 72,1 giorni (-1,9).
Secondo l’analisi, il calo dei tempi di liquidazione è un fenomeno diffuso in tutta la Penisola:
- nel Nord ora il denaro viene erogato in 73,8 giorni (-2,8 giorni rispetto al 2014);
- nel Centro in 77 giorni (-3 giorni).
- e nel Sud in 79,2 giorni (-3,6 giorni).
Questa l’incoraggiante situazione descritta da Cerved che, proprio con la diminuzione dei protesti e dei pagamenti in ritardo, mostra i primi veri segnali di una ripresa economica 2015 diffusa in tutta Italia.
Leggi anche: Rapporto Cerved PMI 2019: uno sguardo alla situazione attuale
photo credit: photographybanzai – cc
Nasco a Milano nel 1985 e il primo ricordo di scuola è il quaderno coi temi d’italiano che ancora conservo. Frequento il liceo artistico a Padova, ma passo intere giornate a scrivere racconti sugli ...
Vai agli articoli dell'autore >