Di fronte a un cambiamento, tutte le persone all’inizio oppongono resistenza: i tuoi dipendenti non sono da meno. È una reazione psicologica dettata dall’istinto di conservazione. Tuttavia, se non gestita adeguatamente, può segnare il fallimento delle tue iniziative aziendali.
In questo capitolo ti aiutiamo a capire la natura, le cause e le manifestazioni della resistenza al cambiamento, calandole nel contesto aziendale. Consapevole del fenomeno, riuscirai a intervenire per arginarlo. Ti forniremo anche alcune indicazioni pratiche per costruire una relazione sana con i tuoi dipendenti, in grado di prevenire la resistenza e incentivare la motivazione al cambiamento.
Natura e cause della resistenza psicologica al cambiamento
Come abbiamo già accennato, l’uomo è naturalmente incline a opporre resistenza al cambiamento. La paura di rompere la routine può essere molto forte, tanto da azzerare la motivazione al cambiamento e bloccare l’azione di qualsiasi nuovo comportamento.
Nelle aziende il cambiamento è frequente e diffuso. Può essere determinato da spinte esterne o interne e riguardare la strategia, i processi o la cultura aziendale. Per saperne di più, leggi il nostro approfondimento sulla definizione di cambiamento.
Un dipendente può opporre resistenza al cambiamento aziendale e organizzativo per svariati motivi:
- Difficoltà personale ad accettare il cambiamento: una persona può essere più restia di altre a modificare le sue convinzioni, abitudini e automatismi. Di solito manifesta questo atteggiamento non solo a livello lavorativo, ma anche in altri ambiti della sua vita.
- Incapacità di valutare i benefici della transazione: un dipendente può non comprendere fino in fondi i vantaggi della trasformazione e quindi non essere motivato a cambiare il suo comportamento.
- Pigrizia e/o paura dello sconosciuto: sono due atteggiamenti diversi tra di loro, ma che possono diventare uno causa o conseguenza dell’altro.
- Identificazione e attaccamento affettivo alla propria mansione: l’individuo può costruire la sua identità sul suo lavoro e sul modo in cui lo esegue. In questi casi il cambiamento organizzativo diventa molto più di una semplice trasformazione: rivoluziona la percezione che la persona ha di sé.
- Istinto di conservazione: un lavoratore può opporsi al cambiamento per timore di trovarsi contro ai colleghi e isolato dal gruppo.
- Ambiente sociale: un dipendente può manifestare resistenza al cambiamento per difendere gli interessi dei colleghi o del gruppo.
- Perdita di controllo: una persona può temere di essere sopraffatta dal cambiamento e di non saperlo gestire e applicare al lavoro quotidiano.
- Mancanza di competenza: un dipendente può manifestare resistenza al cambiamento perché non possiede le competenze per dirigere e mettere in pratica la trasformazione nel lavoro di ogni giorno. Difficilmente ammetterà questa carenza; è quindi fondamentale che, all’interno di un piano di change management, l’azienda dedichi tempo e attenzione alla formazione del personale.
- Mancanza di fiducia e supporto: il dipendente che sente su di sé sfiducia e poco sostegno da parte dei dirigenti aziendali tende a essere meno motivato e a sviluppare più resistenza al cambiamento organizzativo.
Tipi e manifestazioni della resistenza al cambiamento nelle aziende
Un dipendente può mostrare resistenza al cambiamento con comportamenti di diverso tipo:
- Rimozione e rifiuto del cambiamento: il lavoratore ignora le richieste di trasformazione e continua a operare come ha sempre fatto. Alcuni segnali eloquenti di questo atteggiamento sono: dimenticanze di vario tipo, sviste, vuoti di memoria, frequenti richieste di chiarimenti e mancato rispetto dei compiti.
Gestire i dipendenti è facile, basta usare lo strumento giusto!
Presenze, piani ferie, note spese... e molto altro! - Indecisione e rinvio dell’attuazione dei nuovi processi;
- Regressione: la persona si assenta dal lavoro più del dovuto, oppure manca di contegno (si lascia andare a sfoghi, chiede continuamente conferme delle proprie azioni, solleva conflitti di continuo).
- Proiezione: il dipendente continua ad accusare i colleghi di opporre resistenza al cambiamento, spostando su di loro le proprie difficoltà personali.
- Imitazione: eccessivo conformismo rispetto alle posizioni dei propri superiori, che può sfociare anche in una riproduzione artificiosa dei loro linguaggi e modi di fare.
- Negazione: il lavoratore può misconoscere o banalizzare fatti e problemi.
- Auto colpevolizzazione: la persona può attribuirsi in modo esagerato l’incapacità di far fronte al cambiamento e di attuare in modo più e meno consapevole comportamenti che tendono a confermare questa tesi.
- Iper complicazione: sorgono dubbi e problemi che bloccano l’esecuzione anche dei compiti più semplici.
- Ambivalenza: la persona si mostra propensa al cambiamento aziendale in alcune occasioni, oppositiva in altre.
- Leadership negativa: il lavoratore raccoglie su di sé il malcontento dei colleghi e se ne fa portatore contro la direzione.
Le fasi di superamento della resistenza
Ora che hai riconosciuto i comportamenti di resistenza dei tuoi dipendenti, puoi intervenire seguendo tre fasi:
- Disgelo: metti in discussione gli atteggiamenti nocivi e ancorati al passato.
- Cambiamento: introduci i nuovi comportamenti, che dovranno essere adottati da tutti.
- Ricongelamento: consolida i nuovi processi e controlla che vengano applicati.
Intervenire sulla relazione per gestire resistenza e motivazione
Il modo di relazionarti con i tuoi dipendenti può essere determinante nel suscitare in loro resistenza o motivazione al cambiamento organizzativo.
Ecco alcuni accorgimenti per guidare la trasformazione con successo:
- spiega i motivi e l’importanza del cambiamento: cerca di collegarti a questioni che stanno a cuore ai lavoratori (come la sicurezza), per migliorare percezione della transazione in atto;
- discuti delle conseguenze: sii molto sincero e mostra attenzione e comprensione per le preoccupazioni dei lavoratori.
- trasmetti informazioni precise e dettagliate su cosa accadrà e su cosa cambierà: più i dipendenti comprendono la situazione, meno
- trasmetti un messaggio chiaro, forte, non ambiguo e ingaggiante. A questo scopo, può tornarti utile anche selezionare degli “ambasciatori del cambiamento”;
- mantieni i lavoratori aggiornati sulle nuove iniziative e sui loro progressi;
- coinvolgi attivamente i dipendenti nelle decisione che più riguardano il loro futuro, cercando di valorizzare la loro posizione
- offri supporto, feedback e incentivi, anche una volta che la trasformazione è stato attuata. Puoi prendere spunto dalle attività di gestione e consolidamento del cambiamento.
Ora hai finalmente una conoscenza completa della resistenza al cambiamento, dei motivi che la provocano, di come si manifesta, di come arginarla e prevenirla. Riuscirai a gestire al meglio i tuoi dipendenti anche nei momenti più delicati, con ripercussioni positive sul clima aziendale e sull’esito delle iniziative.
Sono nato dalla mente di una giovane StartUp Italiana nel 2013. Amo avere tutto sotto controllo e pianificare ogni cosa, "organizzazione" è la mia parola d'ordine. Ho un look semplice e minimal, ma non ...
Vai agli articoli dell'autore >