In Italia nei primi nove mesi del 2021 i dipendenti dimessi volontariamente dal proprio posto di lavoro sono aumentati del 13,9%. L’incremento si registra anche tra i lavoratori qualificati, che ricoprono professioni intellettuali e a elevata specializzazione (+22%), un segmento che di solito è poco interessato dal fenomeno dimissioni.
A riportare queste stime è la Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, a partire dai dati delle Comunicazioni Obbligatorie del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
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La Fondazione definisce la crescita inattesa, considerate le caratteristiche del mercato del lavoro italiano, molto rigido e caratterizzato da bassi livelli di mobilità interna. Certo, il fenomeno non assume portata paragonabile alla “Great Resignation” avvenuta negli Stati Uniti, dove i milioni di lavoratori dimessi hanno messo in difficoltà le imprese, ed è prematuro considerarlo un vero e proprio cambio di passo nell’approccio al lavoro, come afferma sempre la Fondazione.
Tuttavia questi dati rendono lecita una riflessione sul tema del turnover del personale: avere un flusso di dipendenti in uscita sostituiti da nuovi assunti è fisiologico, anzi, è benefico per l’azienda, che può così favorire la flessibilità della propria organizzazione, senza ripercussioni sulla continuità della produzione.
Quando però il ricambio di personale assume proporzioni rilevanti e non è programmato, può diventare patologico, sintomo di una sofferenza interna all’azienda.
Il nuovo articolo del blog di Dipendenti in Cloud approfondisce l’argomento. Qui ne riportiamo un breve riassunto.
Cos’è il turnover del personale, come si calcola e quando diventa patologico
Con il termine turnover (o, in italiano, “ricambio del personale”) s’intende il flusso di dipendenti in entrata e in uscita dall’azienda. I motivi di uscita possono essere sia la dimissione volontaria, sia il licenziamento.
Per calcolare il tasso di turnover complessivo si applica la seguente formula:
numero di dipendenti che ha lasciato il lavoro / numero totale di dipendenti dall’inizio del periodo di riferimento
Il calcolo può essere eseguito sia riferendosi all’intera azienda, sia sul singolo reparto o unità produttiva.
Un tasso elevato di turnover non è necessariamente da considerarsi negativo; infatti, può essere del tutto normale:
- nel corso di una riorganizzazione aziendale;
- nei settori influenzati dalla stagionalità, dove vengono assunti dipendenti durante l’alta stagione e ridotti nei periodi di bassa stagione;
- nei settori con prevalenza di lavoratori poco qualificati.
Il ricambio di personale invece, può ritenersi patologico quando:
- è inaspettato e non pianificato dall’azienda, che quindi non è in grado di sostituire rapidamente i dipendenti dimessi o licenziati con nuovi assunti;
- minaccia la continuità della produzione;
- peggiora il servizio di customer care, soprattutto nei settori in cui è importante mantenere continuità nel rapporto tra clienti e il reparto di supporto; il “circolo vizioso” che lega turnover e customer care è stato studiato da Leonard A. Schlesinger e James L. Heskett;
- demotiva i dipendenti che rimangono, che iniziano a interrogarsi sul motivo di tante dimissioni, ad avere difficoltà a interagire con persone sempre nuove;
- disorienta i responsabili, che si ritrovano in difficoltà nell’assegnare i compiti ai membri del team.
Il costo del turnover per l’azienda
Il turnover del personale comporta per l’azienda dei costi diretti e indiretti. Nei costi diretti si possono inserire le spese per il processo di ricerca e selezione del personale e per l’inserimento dei nuovi lavoratori, che includono la formazione e la rimodulazione degli spazi in azienda. Tra i costi indiretti, invece, ci sono la riduzione della produttività, l’aumento di stress e carichi di lavoro, e la pubblicità negativa per l’azienda.
L’articolo del blog di Dipendenti in Cloud approfondisce questi costi e, citando varie fonti, ne fornisce una stima quantitativa.
Alcuni consigli per ridurre il turnover
L’articolo sul blog di Dipendenti in Cloud termina con alcuni spunti da cui l’imprenditore o responsabile d’azienda può iniziare per ridurre il turnover “patologico” del personale. Tra questi, compaiono:
- raccogliere le motivazioni che spingono i dipendenti ad andarsene;
- programmare piani di formazione e sviluppo interno all’azienda;
- coinvolgere il personale nelle decisioni.
Leggi l’articolo di Dipendenti in Cloud “Turnover del personale: cos’è e come si riduce”
Sono nato dalla mente di una giovane StartUp Italiana nel 2013. Amo avere tutto sotto controllo e pianificare ogni cosa, "organizzazione" è la mia parola d'ordine. Ho un look semplice e minimal, ma non ...
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