Quali costi può dedurre il professionista che ha l’ufficio in casa? Domanda da un milione di dollari alla quale, nonostante alcuni dubbi ancora presenti a livello legislativo, cercheremo di rispondere in modo chiaro, illustrando al meglio le recenti direttive proposte dall’Agenzia delle Entrate, secondo cui risultano deducibili:
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la rendita catastale dell’immobile promiscuo (utilizzato come abitazione e studio);
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ed il 50% dei servizi ad esso relativi.
Questa manovra, oltre a semplificare i calcoli della deduzione spettante, mira anche ad eliminare sul nascere il crearsi di eventuali contenziosi sulla determinazione dell’effettiva parte di immobile riservata all’esecuzione dell’attività. In breve: se la porzione dello spazio adoperato come ufficio in casa a scopo professionale è diversa dal 50%, non è possibile variare la deduzione.
Da precisare che tale forfettizzazione sulla deduzione è applicabile soltanto alle spese promiscue, mentre:
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le spese prettamente personali sono sempre indeducibili;
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e le spese prettamente professionali sono sempre deducibili in modo completo.
Da ciò risulta piuttosto chiaro come la deduzione del 50% riguardi, per l’appunto, costi promiscui tipo l’energia elettrica, l’acqua, il riscaldamento, le spese condominiali, ecc. Discorso a parte, invece, va fatto per telefono ed internet, che vengono considerati a tutti gli effetti costi deducibili all’80%.
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Se un professionista compra beni materiali quali i mobili da inserire nella casa-ufficio, la situazione cambia a seconda che si tratti di:
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acquisto riservato all’ambito privato (per esempio, la cucina): per il quale non sono previste deduzioni;
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acquisto riservato all’ambito professionale (per esempio, computer): per il quale è prevista una deduzione integrale nell’anno in cui viene effettuata la spesa a patto che non si superino i 516,46 euro o mediante relativo processo di ammortamento;
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acquisto promiscuo per ambito professionale e privato (per esempio, tavolo): per il quale è prevista la già citata deduzione del 50% nell’anno in cui viene effettuata la spesa o mediante relativo processo di ammortamento.
Riguardo le imposte sul possesso di un immobile promiscuo, il professionista non può beneficiare di alcuna deduzione sull’Imu ma, in presenza di un immobile strumentale (anche abitazione adoperata solo ed esclusivamente per l’esercizio di arti e professioni), può arrivare a dedurre il 20%.
Per quanto concerne Tasi e Tari, nonostante non siano ancora giunte disposizioni precise, sembra che con immobile promiscuo vada applicata la solita deduzione forfettaria del 50%, invece, per ciò che concerne l’IVA, si può considerare la legge della detraibilità pur senza forfettizzazioni sulla quota detraibile.
Questi, in linea generica, tutti i costi deducibili dai professionisti che hanno l’ufficio in casa, i quali, onde evitare di commettere errori, devono analizzare una per una le varie spese sostenute e suddividerle con attenzione in base all’ambito di appartenenza, così da identificare nel modo corretto gli importi effettivamente detraibili.
Nasco a Milano nel 1985 e il primo ricordo di scuola è il quaderno coi temi d’italiano che ancora conservo. Frequento il liceo artistico a Padova, ma passo intere giornate a scrivere racconti sugli ...
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