Diventare freelance: i 5 errori finanziari più comuni delle partite IVA in erba

Che tu sia un giovane alle prime esperienze o un lavoratore dipendente che sceglie di mettersi in proprio, ci sono 5 errori da non commettere per non porre uno stop indesiderato alla tua esperienza da freelance

Diventare freelance: i 5 errori finanziari delle partite IVA in erba
 

Diventare freelance è il sogno di molti.  Il desiderio di mettersi in proprio, lasciare il posto fisso ed essere “titolari di sé stessi”, la libertà nella scelta dei lavori, la possibilità di lavorare da casa e comunque di gestire i propri orari di lavoro sono alla base di questa scelta, e lo sono ancora di più per chi ha avuto esperienze di lavoro come dipendente o subordinato alle decisioni altrui e ha deciso di dire “Basta”.

Il cosiddetto esercito delle partite IVA in Italia è in costante aumento. Nelle fila dell’esercito, negli ultimi anni, si contano sempre più giovani alle prime esperienze, ma anche lavoratori dipendenti che pur mantenendo il posto fisso scelgono di avviare un’attività parallela, magari part time, come freelance.

Che tu stia per intraprendere la strada del freelance, o che tu lo sia già, stai bene attento a non commettere i 5 errori più comuni e – ahimè – spesso fatali tipici delle partite IVA alle prime armi.

Errore # 1. Non avere un fondo per le emergenze

È altamente consigliabile poter disporre di un fondo d’emergenza per far fronte a situazioni critiche come spese impreviste, pagamenti non pervenuti, clienti che all’improvviso scelgono un altro fornitore e via dicendo. Questa regola è valida per tutti, ma ancora di più per un lavoratore autonomo, che non può contare su incassi regolari e continuativi.

Meglio quindi avere sempre qualcosa da parte, possibilmente su di un conto diverso da quello utilizzato abitualmente. Una sorta di capitale “dormiente” di cui (fingere di) dimenticarsi a meno che non ce ne sia davvero bisogno. Un conto corrente o un fondo di accumulo sono solo due di molte soluzioni per tenere da parte un capitale di emergenza in caso di necessità, altri prediligono i cari vecchi libretti postali o i fondi di investimento che impediscono di accedervi troppo facilmente.

Al di là del mezzo, un buon metodo per accumulare un fondo cuscinetto è darsi una regola, ad esempio destinandogli il 5% di ogni pagamento ricevuto. L’obiettivo di partenza potrebbe essere di poter disporre dell’equivalente delle tue spese di un mese per poi pian piano scalare arrivando fino a quelle di 3-6 mesi.

Errore # 2. Non mettere da parte ciò che va destinato alle tasse

Uno dei vantaggi di essere freelance sta nel non dover sostenere i costi dei dipendenti, e di non dover quindi devolvere parte dei guadagni ottenuti ai loro stipendi e ai loro contributi.

Ma anche se in apparenza si tiene tutta la torta, prima o poi anche il freelance deve fare i conti con le tasse. E spesso si tratta di conti salati.

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La pressione fiscale in Italia è particolarmente elevata, non è certo una novità, ed è bene tenerne conto ogni volta che si incassa un pagamento.

Altrettanto importante è non trovarsi il giorno prima della scadenza a “scoprire” che è il momento di dare allo Stato ciò che reclama, avendo ben calendarizzate le scadenze fiscali ed assicurandosi di avere pronte le somme da versare entro i termini richiesti.

Usare software di fatturazione con una semplice tenuta della prima nota cassa, come Fatture in Cloud o Danea Easyfatt, può aiutare ad avere sempre sott’occhio entrate e uscite, anche future, in modo da non essere mai colti alla sprovvista da una liquidazione IVA, da un F24 o da una bolletta.

Leggi anche: Vendita occasionale senza partita IVA

Errore # 3. Non pagare le imposte con le giuste scadenze

Abbiamo appena spiegato quanto sia importante mettere da parte i soldi destinati alle tasse. L’importante, però, è pagarle!

È purtroppo molto frequente tra i freelance alle prime armi “bucare” le scadenze nei primi periodi e ritrovarsi a dover pagare somme anche importanti tutte in un’unica soluzione quando, ormai a dicembre, il commercialista li martella di telefonate per ricordargli che non hanno più tempo e che, oltretutto, dovranno pure aggiungere denaro in più per il ravvedimento operoso.

Non è meglio pagare il giusto in rate dilazionate?

Consigliati con il tuo commercialista, prepara un piano annuale prevedendo tutte le principali scadenze.

Errore # 4. Non considerarti un’impresa

Usiamo così tanto i termini freelance, libero professionista e lavoratore autonomo, da scordarci che tecnicamente si parla di impresa individuale. Non dimenticarlo mai!

Le tue finanze vanno trattate esattamente come quelle di una qualunque azienda.

Devi tener conto di ogni entrata e di ogni uscita, devi essere in grado di documentarle e utilizzarle per tenere sotto controllo il tuo cash flow. Devi inviare e registrare le fatture con ordine e regolarità, gestire i tuoi clienti in modo efficace, organizzare il tuo tempo dandoti precise scadenze e rispettandole.

Oltre a questi aspetti, devi poi promuovere la tua attività e comunicare i tuoi servizi, preoccupandoti di avere un sito aggiornato, i tuoi biglietti da visita se necessari, un profilo su LinkedIn se fa al tuo caso.

Trascurare questi (ed altri) dettagli ti sarà soltanto di ostacolo e rischierà di porti in una luce poco seria e professionale.

Errore # 5. Non preoccuparti del futuro

Se sei – o se vuoi diventare – un freelance sei per forza un sognatore. L’entusiasmo ti prende, ti trascina. Sei concentrato al massimo su ciò che fai, sul qui ed ora. Spesso, però, questo atteggiamento ci porta sì a dare il massimo di noi stessi e a godere della soddisfazione di ciò che stiamo facendo, ma rischia di farci perdere di vista il futuro un po’ meno… prossimo. È importante pensare anche a quando non lavoreremo più, e a come potremo mantenerci. Nel mondo dei freelance ci sono parecchie parole bandite. Una di queste è certamente pensione!

Meglio pensarci per tempo, anzi, iniziare a pensarci fin da subito, e mettere da parte qualcosa per quando non saremo più in attività. Se, come dovresti, hai già pensato ad un fondo per le emergenze, pensa anche a come redistribuirlo in modo da tenere sempre da parte una quota che ti assicuri una rendita previdenziale, ad esempio investendo ogni mese una piccola parte in fondi di investimento o in altre formule di previdenza integrativa.

Leggi anche la guida alla Fattura con ritenuta d’acconto.

Dal 2001 scrivo per siti internet e blog (passando per quelle che una volta erano le webzine, le community, ecc ecc). Lavoro in proprio come freelance e collaboro con diverse agenzie di comunicazione e ...

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