Pagamenti elettronici: nuovi tetti alle commissioni e più tutele in arrivo

Tutte le novità proposte a livello governativo sulle transazioni elettroniche

 

Il Consiglio dei Ministri approva in via preliminare il decreto legislativo sui tagli alle commissioni dei pagamenti elettronici. Un provvedimento che ora deve essere valutato in sede parlamentare e approvato definitivamente in CdM, i cui obiettivi mirano a:

  • portare i tetti delle commissioni interbancarie allo 0,2% per le transazioni eseguite con bancomat o carte prepagate e allo 0,3% per le transazioni eseguite con carte di credito;
  • ridurre le commissioni sui pagamenti inferiori ai 5 euro;
  • abbassare da 150 a 50 euro la franchigia a carico degli utenti che eseguono pagamenti fraudolenti;
  • eliminare il sovrapprezzo destinato a coloro i quali scelgono di pagare con carta di credito (surcharge);
  • adottare regole più flessibili sulle transazioni elettroniche, offrendo per esempio la possibilità di adoperare il credito telefonico anche per pagamenti eseguiti nel quadro di attività di beneficenza o per biglietti destinati a servizi diversi (in questo caso il limite di spesa per singola operazione è di 50 euro e il massimale mensile è di 300 euro).

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Il duplice scopo della manovra (che attua la direttiva 2015/2366 proposta dal Consiglio e dal Parlamento europeo in materia di transazioni nel mercato interno) è certamente quello di stimolare la diffusione dei pagamenti elettronici, riducendo ai minimi termini l’utilizzo della carta-moneta.

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Il principale affidatario dei controlli su operazioni con POS, bancomat e carte di credito è la Banca d’Italia, ma in alcuni casi può intervenire anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Inoltre, le sanzioni cambiano a seconda che si tratti di imprese o persone fisiche.

Secondo Confcommercio la manovra va nella giusta direzione, ma allo stato attuale dei fatti regola solo le commissioni interbancarie e ipotizza riduzioni non ancora definite con chiarezza. In aggiunta a ciò, non risolve il problema degli onerosi costi di accettazione della moneta elettronica che affligge le aziende.

Anche a detta di Confesercenti il parere sul decreto resta buono, ma bisogna comunque vedere se imprese e consumatori beneficeranno effettivamente di una concreta riduzione dei costi sui pagamenti elettronici. L’associazione si augura poi che tali disposizioni non diventino una mera scusante per sanzionare chi non si munisce di POS.

Ma come funzionano concretamente le nuove regole? La procedura è molto semplice: nel momento in cui i consumatori strisciano bancomat e carte di credito, l’ente bancario dell’esercizio commerciale che incassa  paga una commissione all’ente bancario titolare della carta adoperata.

Quindi, se il consumatore paga 100 euro per l’acquisto di un prodotto, l’esercente incassa 99 euro e la sua banca trattiene 1 euro. Di questo euro, 70 centesimi vengono dati alla banca che ha concesso la carta e il resto viene suddiviso tra i margini di guadagno, le coperture dei costi e il sistema di gestione della rete delle carte stesse.

Queste le ultime novità proposte in materia di transazioni elettroniche: cambiamenti che a detta del governo dovrebbero aumentare la trasparenza, rendendoci più competitivi e meglio integrati nel mercato europeo dei pagamenti.

Nasco a Milano nel 1985 e il primo ricordo di scuola è il quaderno coi temi d’italiano che ancora conservo. Frequento il liceo artistico a Padova, ma passo intere giornate a scrivere racconti sugli ...

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