C’era una volta il prosumer, neologismo creato negli anni 80 da Alvin Toffler che nel suo libro The Third Wave usava per definire persone in grado di consumare ma anche produrre informazione oppure beni/servizi. Questo concetto tornò in auge nella prima metà del 2000, agli albori del web 2.0, periodo in cui quel tipo di consumatore divenne essenziale per i nuovi servizi online, grazie alle nuove possibilità di interazione offerte da blog, recensioni, social media.
I prosumer più intraprendenti hanno in breve capito che, in modo più o meno diretto, l’attenzione del proprio pubblico poteva essere monetizzabile, aprendo la strada all’Influencer Marketing o per promuovere attività collaterali come consulenze, conferenze e libri.
Nella vita di tutti i giorni, lavoro e passione raramente vanno di pari passo. Non a caso, si sente sempre più parlare dell’importanza del work-life balance, finalizzato a redistribuire tempo ed energie tra lavoro e vita privata. Eppure, gli utenti sono sempre più alla ricerca di contenuti di valore, e sono sempre più propensi a pagare per ottenere i servizi – ovvero, la conoscenza – su argomenti che li interessano per divertimento, per motivi di studio o per accrescere know-how e skills professionali.
Non c’è da stupirsi, quindi, se diverse piattaforme si siano mobilitate per accaparrarsi i migliori talenti in grado di attirare e fidelizzare pubblico qualificato.
È la cosiddetta Passion Economy (conosciuta anche come Creators Economy o Fan Economy), concetto che Andrew Chen usa in un articolo sul proprio blog riferendosi al fatto che sempre più persone, grazie a un’offerta di mezzi in costante crescita, riescano a monetizzare le proprie competenze e le proprie passioni offrendo contenuti e servizi su piattaforme digitali.
Una nuova economia, quindi, che si basa su tre elementi:
- Offerta di contenuti di valore
- Domanda di contenuti di valore, per cui si è disposti a pagare
- Una piattaforma in grado di gestire i rapporti tra domanda e offerta
Basata, in breve, sulla valorizzazione = monetizzazione dell’expertise e delle capacità di persone in grado di tradurle in contenuti ricercati da un’audience pagante.
Marketplace o Piattaforme Software: differenze tra pro e contro
In principio fu il Marketplace, in pratica dei “siti mercato” pensati per promuovere e agevolare la vendita di prodotti offrendo opportunità di guadagno direttamente all’utente inserzionista. Amazon, eBay, Etsy sono solo gli esempi più eclatanti, soprattutto per quanto riguarda la compravendita di beni. Ma nel tempo si sono sviluppati sempre più marketplace per la vendita di servizi e, quindi, anche di passioni, conoscenze, contenuti.
Per una panoramica sui più popolari marketplace dedicati ai freelance, puoi dare un’occhiata alla selezione di Nativi Digitali.
Attenzione, però: qui siamo ancora nel campo della Gig Economy, la cosiddetta “economia dei lavoretti”. Il Gestionale E-commerce usato ogni giorno da oltre 5000 shop online!
I marketplace fungono da punto di incontro tra la domanda e l’offerta di un servizio (grafica, digital marketing, testi, traduzioni, musica e video…), chiamato appunto “gig”, trattenendo una percentuale sulla transazione. Così come succede su eBay e altri marketplace, il provider fa in genere anche da garante affinché, una volta stipulato l’accordo tra domanda e offerta, venga rispettato dalle parti.
La vera e propria linea di demarcazione tra la Gig Economy e la Passion Economy è segnata dallo sviluppo sempre crescente di Piattaforme Software, cioè di soluzioni progettate per permettere agli individui di monetizzare in autonomia e nel tempo il proprio lavoro intellettuale, le proprie capacità, le proprie passioni.
Diversamente dai marketplace, in queste piattaforme non vi è un mercato aperto ai clienti dove questi possono curiosare e poi scegliere. I creatori hanno solo a disposizione degli strumenti, e l’acquisizione dei clienti dev’essere svolta in modo indipendente ed autonomo, grazie a strumenti messi loro a disposizione come ad esempio la creazione di una homepage personale, una o più mailing list, una scelta di opzioni e modalità di pagamento, funzionalità di analisi e una scelta di diverse tipologie di abbonamento da offrire all’utente finale.
Se in un marketplace il freelance dipende interamente dalla piattaforma per indirizzare il traffico dei lettori e delle iscrizioni, in ambito Piattaforme Software può guidare il proprio traffico diretto e gli abbonamenti.
I due strumenti possono ritenersi complementari, ma in realtà si potrebbe dire che la prima soluzione offra valore ai creatori che vogliono farsi scoprire e attirare clienti nel tempo, mentre la seconda sia più interessante per i creatori più affermati che dispongano già di una propria base di clienti.
In entrambi i casi, si tratta di piattaforme grazie alle quali un freelance può creare una propria community di utenti/clienti, ovvero di persone interessate ai contenuti che offre e disposte a pagarlo per poterne fruire.
Ecco un elenco delle realtà più famose.
Fiverr
Fiverr è un marketplace dove freelance esperti in diversi campi, e con diverse specializzazioni possono trovare offerte di lavoro da parte di clienti in cerca di talenti.
Le prestazioni di servizi offerti dai freelancer vengono chiamate gigs, e sono comunemente svolte a distanza, in modalità telelavoro.
La registrazione a Fiverr è gratuita e non sono richiesti requisiti particolari per aderire. Le capacità del freelance sono certificate dalla sua reputazione sulla piattaforma, basata sulle recensioni degli utenti con cui hai lavorato e dal tuo portfolio lavori.
La reputazione del freelance ne influenza il compenso, che cresce anche con l’aumentare delle gigs compiute e con il livello di soddisfazione dei clienti serviti.
Al compenso di ogni gig va poi sottratto il 20%, che Fiverr trattiene come commissione.
Medium
Restando in ambito di two-sides marketplace, Medium è una piattaforma e community di blogging e content discovery utilizzata da scrittori, autori, storyteller e giornalisti in cerca di audience, che addebita ai lettori una quota di abbonamento per accedere alle storie in essa pubblicate.
I guadagni del creatore di contenuti sono direttamente proporzionali al tempo che i lettori trascorrono sulla piattaforma leggendo i suoi contenuti in forma di storie o articoli.
Con il concetto di “content discovery” si intende la proposta di contenuti potenzialmente interessanti per un determinato utente in base ad alcuni macroargomenti da lui selezionati, ai contenuti con cui interagisce e alle persone che segue.
Substack
Substack è una piattaforma SaaS all-in-one per la creazione di newsletter, che offre progettazione, strumenti di abbonamento e procedure di pubblicazione che si collegano ai conti bancari dei lettori per aiutare gli scrittori indipendenti ad iniziare le loro attività. Il content creator può contemporaneamente pubblicare su web e spedire la newsletter, chiedendo in cambio ai propri lettori un contributo in forma di canone mensile. In questo caso, la piattaforma trattiene il 10% di commissione per ogni abbonato pagante. Se invece l’autore non richiede alcun contributo potrà utilizzarla gratuitamente.
Ad agosto 2019 Substack contava oltre 50 mila abbonati a pagamento, con numeri in costante crescita.
Patreon
Altra piattaforma software principalmente rivolta ad artisti in ambito sonoro/musicale/video (ma oggi sempre più usata anche da professionisti più “tradizionali”), Patreon offre ai creatori un’infrastruttura completa per condividere le proprie opere con i followers, che in cambio gli riconoscono un contributo attraverso un abbonamento mensile. Una volta effettuata l’iscrizione, il content creator può creare dei piani di abbonamento differenziati e associarli ad una specifica offerta (post, audio, video, live e chat esclusive). A sua volta, la piattaforma, che permette di gestire tutto il workflow produttivo fino al pagamento, guadagna una percentuale sulla base degli introiti dei creator.
Grazie a Patreon, gli artisti (creator) offrono ai loro fan (patron) la possibilità di accedere ai loro contenuti e di seguirne il processo creativo, menzioni speciali durante i live, performance in esclusiva e altri speciali benefit.
Anchor
Anchor è una piattaforma gratuita all-in-one per la creazione, pubblicazione e monetizzazione di podcast grazie alle sponsorizzazioni pubblicitarie. Gli autori dei podcast, inoltre, possono richiedere ai propri ascoltatori un contributo tramite donazioni. Attualmente, la sponsorizzazione è disponibile solo per i podcaster residenti in U.S.A.
Udemy
Udemy è un marketplace video per l’apprendimento online che offre corsi sia gratuiti che a pagamento nei settori più disparati. Gli insegnanti possono trattenere il 100% delle quote di adesione ai corsi quando questi vengono promossi da loro stessi, mentre guadagnano il 50% se a farlo è la piattaforma.
In questo caso, la piattaforma si occupa anche della gestione del customer care insieme, dell’elaborazione dei pagamenti e delle spese di hosting. Con oltre 100 mila corsi online e più di 50 milioni di studenti in tutto il mondo, Udemy è al momento la più importante piattaforma di e-learning al mondo.
Preply
Dedicata all’apprendimento delle Lingue straniere, Preply è una piattaforma professionale che mette in contatto tutor qualificati e studenti. Viene utilizzata prevalentemente da chi sta cercando lavoro all’estero, o che deve prepararsi a colloqui di lavoro in lingua straniera. Con una rete di 10mila tutor certificati di 160 diverse nazionalità che insegnano 50 lingue a decine di migliaia di studenti in 190 Paesi in tutto il mondo, Italia compresa, Preply garantisce un’accurata selezione dei tutor, a cui assicura i pagamenti alla fine di ogni lezione. Utilizzando un’apposita dashboard personalizzata, infatti, gli studenti inseriscono i dettagli del proprio conto bancario al momento della registrazione e i tutor possono prelevare denaro dal proprio conto Preply in qualsiasi momento. Il prezzo medio delle lezioni si attesta tra i 15 e i 20 euro/ora.
La Passion Economy è quindi una realtà in costante sviluppo, anche considerando un particolare tipo di target: i cosiddetti “lifelong learners“. Sono i curiosi, quelli sempre desiderosi di acquisire nuove conoscenze e che non si accontentano più di Google o Wikipedia.
Persone che inseguono le proprie passioni, su cui vogliono essere sempre più informate.
E chi meglio di chi condivide le stesse passioni può essere considerato il mentore perfetto?
Dal 2001 scrivo per siti internet e blog (passando per quelle che una volta erano le webzine, le community, ecc ecc). Lavoro in proprio come freelance e collaboro con diverse agenzie di comunicazione e ...
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