Regime forfettario 2019: si avvicina il momento della scelta

Le partite Iva, con ricavi compresi tra i 30 e i 65 mila euro annui, a breve dovranno decidere se aderire o meno al regime forfettario

Regime forfettario 2019: arriva il momento della scelta
 

Se verranno approvate le novità previste dalla legge di Bilancio 2019, dal 1° gennaio il limite massimo dei ricavi per poter accedere al regime forfettario si innalzerà a euro 65.000. Si avvicina, quindi, il momento per le partite IVA di effettuare una scelta e decidere se accedere al regime che consente l’applicazione dell’imposta flat al 15%.

Le partite IVA non sono però gli unici soggetti che si trovano al bivio: stando così le cose, nella stessa condizione si troveranno anche i soci di società di persone (Sas – Snc) e società di capitali (Srl – Spa), i quali dovranno capire se approfittare della nuova tassazione, abbandonando però le loro quote minoritarie o addirittura decidendo di lavorare individualmente.

Le quote societarie, infatti, nel 2018 non precludevano l’accesso al regime forfettario ma, in caso di approvazione delle modifiche, saranno un ostacolo per l’accesso nel 2019: nell’ultimo periodo, secondo gli operatori di settore si sono verificati casi di cessione, in via preventiva, di quote di Srl non in regime di trasparenza da parte di titolari di partite IVA.

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A fronte del rischio che la flat tax si traduca quindi in un freno alla crescita dimensionale di Start Up e microimprese, inducendo i soggetti coinvolti ad abbandonare le loro quote, si pensa a dei correttivi alla norma, la cui introduzione è però subordinata alla effettiva approvazione della legge di Bilancio.

Partendo dall’assunto che i regimi forfettari non saranno sottoposti all’obbligo di fatturazione elettronica, è utile ricordare che la valutazione di fattibilità e convenienza del regime è diversa per:

  • chi opera già con una partita IVA, ma non ha ancora aderito al regime;
  • chi avvierà partita IVA nel 2019, con le nuove regole.

I dati mostrano come l’appeal del regime agevolato sia maggiore per le nuove partite IVA. Basti pensare che nei primi 9 mesi del 2018 il 39,7% delle nuove partite IVA è stato aperto scegliendo da subito la strada del regime forfettario.

Nel 2019, se le nuove regole verranno confermate, godrà anche di maggiore attrattiva, poiché:

  • non ci si dovrà preoccupare del limite di euro 5.000 per il compenso ai collaboratori;
  • non sarà più vincolante il limite di investimento in beni strumentali di euro 20.000.

Se verrà confermata l’impostazione proposta, i vincoli fondamentali resteranno quello del tetto di euro 65.000 per i compensi sottoposti a flat tax e della non predominanza, qualora il soggetto che vuole accedere al regime abbia o abbia avuto nei 2 anni precedenti un datore di lavoro, dei ricavi ottenuti dal datore di lavoro. Nella verifica, verranno coinvolte anche le realtà indirettamente riconducibili al datore di lavoro; si pensi ad esempio alle società  controllate.

Anche chi già opera con partita IVA potrebbe essere attratto dal regime forfettario 2019, soprattutto a fronte dell’innalzamento del limite dei ricavi e dalla semplificazione dei requisiti d’accesso; si pensi ad esempio al 18,7% di avvocati o al 23,7% di commercialisti che dichiarano compensi compresi fra i 30.000 e i 65.000 euro annui.

Come sempre mi capita quando mi viene chiesto di parlare di me, mi ritrovo in grande difficoltà. Questo perché le definizioni mi sono sempre andate strette. Quello che posso dire su di me è che sono ...

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