Vendita tramite piattaforme digitali: le piattaforme devono comunicare i dati dei venditori

Le piattaforme come Amazon, eBay e Groupon devono comunicare i dati dei venditori. Questa una delle grandi novità fiscali 2019.

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Stretta dell’Agenzia delle Entrate sui marketplace. In base al provvedimento direttoriale 660061 del 31 luglio 2019, Amazon, eBay, Groupon ecc. dovranno rendere controllabile se i fornitori pagano Iva e imposte dirette sui beni e servizi da loro ceduti a milioni di clienti. La norma, che trova attuazione in questi giorni, è stata voluta nel tentativo di ostacolare l’evasione fiscale sulle vendite online.

Chi deve trasmettere i dati?

I destinatari sono tutti i soggetti, anche se non residenti in Italia, che favoriscono le vendite a distanza di beni importati o le vendite a distanza di beni all’interno dell’UE, tramite l’uso di una piattaforma elettronica. Essenzialmente le piattaforme come Amazon, eBay e simili.

Per trasmettere la comunicazione, i soggetti anche eventualmente non residenti in Italia, sono obbligati ad identificarsi direttamente oppure ad avvalersi di un rappresentante fiscale residente nel territorio dello Stato.

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Restano invece esclusi dall’obbligo coloro che, pur facilitando le vendite, non rientrano nella categoria dei marketplace ma si limitano a realizzare solamente una di queste operazioni: trattamento dei pagamenti; catalogazione o pubblicità di beni; reindirizzamento o trasferimento di acquirenti verso altre interfacce elettroniche in cui sono posti in vendita beni, senza ulteriori interventi nella cessione.

Le piattaforme dovranno inviare i dati, usando i servizi telematici Entratel o Fisconline (anche avvalendosi di intermediari abilitati), entro la fine del mese successivo a ciascun trimestre. Il primo invio dovrà essere effettuato entro il 31 ottobre 2019, e comprende il periodo da aprile a luglio 2019.

Quali dati trasmetteranno le piattaforme

Per ciascun fornitore che nel trimestre considerato ha effettuato almeno una vendita tramite marketplace, vanno trasmessi i dati relativi a:

  1. denominazione o dati anagrafici completi, inclusi residenza o domicilio;
  2. identificativo univoco utilizzato per effettuare le vendite facilitate dall’interfaccia elettronica;
  3. codice identificativo fiscale se esistente;
  4. indirizzo di posta elettronica;
  5. numero totale delle unità vendute in Italia;
  6. a scelta del soggetto passivo, l’ammontare totale dei prezzi di vendita o il prezzo medio di vendita, espressi in euro.

Cosa rischia chi non adempie

I rischi per chi disobbedisce sono alti: la mancata trasmissione o l’invio di dati incompleti dirotta la responsabilità dell’imposta dovuta in capo al soggetto obbligato all’invio, a meno che non sia in grado di dimostrare che la stessa sia stata assolta dal fornitore.

I documenti relativi alle vendite a distanza dovranno comunque essere conservati dai marketplace per dieci anni a partire dall’anno in cui l’operazione è stata effettuata.

Dal 2001 scrivo per siti internet e blog (passando per quelle che una volta erano le webzine, le community, ecc ecc). Lavoro in proprio come freelance e collaboro con diverse agenzie di comunicazione e ...

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