Dopo la fase “beta” condotta in Spagna, sono finalmente in arrivo anche in Italia i voucher digitalizzazione per le piccole e medie imprese, delle agevolazioni pensate per contribuire all’internazionalizzazione, allo sviluppo e alla digitalizzazione delle PMI.
«Digitalizzazione dei processi aziendali e ammodernamento tecnologico delle micro, piccole e medie imprese»
Questo lo scopo del decreto del ministro dello Sviluppo economico. Perchè la digitalizzazione ed informatizzazione di un paese passa anche e soprattutto dal cuore pulsante della sua impresa, ovvero le PMI. Pochi mesi fa la firma del decreto ministeriale del 23 settembre 2014 e pochi giorni fa la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Destinatari: chi può accedere ai voucher digitalizzazione pmi?
L’imprese che potranno richiedere le agevolazioni per la digitalizzazione pmi sono:
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Imprese che rientrino nella definione PMI secondo le normative europee e nazionali vigenti (alcune informazioni sono accessibili al sito della Commissione Europea);
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Le imprese con sede legale sul territorio nazionale e siano iscritte al Registro delle imprese della Camera di commercio territorialmente competente;
Easyfatt è il software gestionale utilizzato ogni giorno da oltre 100.000 imprese italiane.
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Le imprese che non abbiano ricevuto altri finanziamenti pubblici per le medesime spese;
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Le imprese che non si trovino in stato di fallimento, liquidazione o altre situazioni equivalenti secondo la normativa vigente.
Per quanto riguarda il modello di domanda, le modalità e i termini, iniziale e finale, per la sua presentazione per ora bisogna attendere il provvedimento del Direttore generale per gli incentivi alle imprese, che sembra però sia già in arrivo.
Interventi ammessi: per cosa possono essere richiesti e spesi i voucher pmi?
Le PMI che vorranno accedere ai contributi, potranno chiederli per:
l’acquisto di software, hardware o servizi che consentano il miglioramento dell’efficienza aziendale, la modernizzazione dell’organizzazione del lavoro, lo sviluppo dell’e-commerce; la connettività a banda larga, l’utilizzo della tecnologia satellitare per il collegamento alla rete internet, la formazione qualificata nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Si potranno inoltre finanziare anche le spese una tantum per i lavori tecnici e infrastrutturali collegati a queste innovazioni.
Molto interessante è l’ammissibilità delle spese per la formazione qualificata dei dipendenti che siano ovviamente in linea con le innovazioni previste dal decreto.
Le linee guida fornite dall’unione europea propongono una traccia per la definizione delle attività finanziabili che sono:
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ICT design and development (progettazione e sviluppo ICT);
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e-Commerce;
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e-skills (competenze digitali);
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business solutions services (soluzione di business informatizzate);
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evaluation of processes or product design (analisi per la progettazione di prodotti o di processo);
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product testing, validating, prototyping (test e prototipi);
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certifying and R&D demonstration (ricerca e sviluppo);
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new ICT-based business models (nuovi modelli di bsuiness basati sull’ICT).
Come già detto queste sono solo indicazioni di massima che poi le varie Regioni potranno meglio adattare e modificare in base alle realtà del loro territorio.
Risorse e importo del voucher: quanto è possibile farsi finanziare?
Sono ben 100 i milioni di euro messi a disposizione delle Regioni. Milioni che saranno distribuiti in misura proporzionale al numero di imprese registrate presso le Camere di Commercio. Interessante è il fatto che nel caso in cui una Regione non dovesse esaurire i fondi a sua disposizione, le rimanenze verrebbero assegnate ad altre che ne avessero ancora bisogno. Una scelta intelligente che permetterà di sfruttare al massimo questi finanziamenti senza lasciarli cadere nel vuoto lasciando magari a bocca asciutta imprese più bisognose.
I voucher digitalizzazione pmi non potranno superare la cifra di 10mila euro e potranno coprire il 50% dell’investimento affrontato dalla singola azienda per gli interventi di digitalizzazione. Parametri più specifici saranno anche questi stabiliti con successivo decreto dai Ministeri dello Sviluppo economico e delle Finanze.
Classe 83. Trevigiano di nascita ma Internettiano d’adozione. Non ho ricordi di casa mia senza un computer. La prima volta che ho messo piede sul web avevo 12 anni, Google ancora non esisteva e ci volevano ...
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