Fondato nel 2005, Etsy è ormai il più importante marketplace dedicato alla vendita di prodotti artigianali e oggetti vintage. Gli articoli proposti rientrano in un’ampia gamma di categorie, tra cui abbigliamento, accessori, gioielli, mobili e complementi d’arredo, giocattoli, opere d’arte, articoli vintage e materiali, ingredienti e strumenti per creare oggetti, decorare o allestire ambienti.
I prodotti devono essere necessariamente realizzati a mano dal venditore (non è consentita la rivendita di manufatti realizzati da terzi), mentre gli articoli vintage devono avere almeno 20 anni.
Aprire un negozio su Etsy è gratuito, mentre viene chiesta una commissione di 0,20 dollari – pari a 0,17 euro per ogni prodotto inserito. Ogni inserzione è considerata attiva per quattro mesi o fino alla vendita.
Etsy richiederà poi il 5% di commissione su ciascuna transazione completata, e il 4% più 0,30 euro di commissioni per la gestione del pagamento.
Per vendere su Etsy serve la partita IVA?
Il Decreto Crescita del 2019 (Art. 13 comma 1 DL 34/2019) stabilisce che tutti i marketplace, intesi come “operatori che, avvalendosi di piattaforme elettroniche facilitano la vendita a distanza”, siano tenuti a trasmettere i flussi di vendita dei propri iscritti all’Agenzia delle Entrate, con cadenza trimestrale a partire dall’anno di imposta 2019. Il primo invio, pertanto, è stato il 31 ottobre 2019.
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Nel 2020 venditori di Etsy si sono quindi visti recapitare il seguente annuncio, che invitava ad aprire una regolare partita IVA o a chiudere il loro shop:
“Etsy, è tenuta a segnalare determinate informazioni fiscali alle autorità fiscali locali in Italia quando i venditori raggiungono una certa soglia di vendite su Etsy ogni anno. Per inviare queste informazioni, Etsy è tenuta a registrare i numeri di identità fiscale per questi venditori.
Le recenti modifiche fiscali in Italia comportano l’obbligo di aggiungere al tuo account una identificazione ai fini dell’Iva (imposta sul valore aggiunto).
Ti informeremo su come questa modifica avrà effetti sul tuo negozio e forniremo una data di scadenza per aggiungere la partita Iva.
All’interno di questi cambiamenti, abbiamo aggiornato il regolamento di Etsy Payments per rendere chiara la possibilità di una sospensione dei negozi che non rispettino determinati requisiti fiscali. Le modifiche al nostro regolamento avranno effetto dal 21 gennaio 2021. Maggiori informazioni riguardanti l’Iva su Etsy sono disponibili nel nostro Centro assistenza.
Se disponi già delle informazioni riguardanti l’identità fiscale, puoi aggiungerle subito al tuo account. Aggiorna le tue informazioni fiscali qui“.
Il monitoraggio delle vendite online da parte di Agenzia delle Entrate serve per controllare se chi vende occasionalmente online supera i limiti di volumi d’affari imposti nei vari Paesi (in Italia tale limite per i privati senza partita Iva è di 5.000 euro) e a capire se si tratti di venditori abituali e non occasionali.
Ciò riguarda non solo Etsy, ma tutti i marketplace specializzati nella vendita online di oggetti fatti a mano.
– Creativi e Hobbisti. Differenze e obblighi
Inizialmente, le due principali categorie di inserzionisti su Etsy, erano:
- Creativi
- Hobbisti
Creativi
I creativi sono tutti coloro che ideano, progettano e realizzano artigianalmente oggetti “unici”, che poi vendono direttamente senza intermediari.
Si tratta, quindi, di artigiani, il cui operato è regolato dalla Legge quadro nazionale sull’artigianato 443/1985. Così come possono vendere ed esporre prezzi nei mercatini dell’artigianato, possono farlo occasionalmente nei marketplace.
Ma così come non potrebbero farlo in un loro negozio fisico, nemmeno nel proprio sito o attraverso i social network non possono vendere ed esporre prezzi senza essere titolari di partita IVA.
Hobbisti
Gli hobbisti sono persone che vendono (o barattano) in modo occasionale e saltuario merci di modico valore che non superino il prezzo di 250,00 euro.
Non sono pertanto artigiani, bensì dei commercianti a tutti gli effetti, rientrando quindi nella legislazione del commercio (Dlgs 114/1998).
Anche in questo caso, così come possono operare nei mercatini dell’usato, dell’antiquariato o del collezionismo, possono vendere occasionalmente online sui marketplace dedicati.
Ma nemmeno loro possono vendere ed esporre prezzi da un proprio negozio fisico, sito o social network senza avere una regolare partita IVA.
I creativi sono quindi automaticamente equiparati agli artigiani e gli hobbisti ai commercianti?
Non è detto. Possono rimanere classificati come creativi o hobbisti a patto che nei marketplace in cui operano non espongano i prezzi di vendita degli oggetti, vendendo in maniera “sporadica, occasionale e non professionale”
Se invece promuovono in modo continuativo le loro creazioni su Etsy (e su altri marketplace), esponendo i prezzi di vendita vengono automaticamente considerati imprenditori, commercianti o artigiani, ovvero soggetti che devono obbligatoriamente operare con partita IVA.
– Quando la vendita va considerata sporadica e occasionale?
Secondo la legge italiana, qualunque tipo di attività lavorativa o a fini di lucro viene considerata occasionale quando:
- non è continuativa né duratura nel tempo;
- manca di una organizzazione professionale;
- viene svolta al di fuori del ciclo produttivo di un’azienda;
- comporta un volume di affari annuo inferiore o uguale a 5.000 euro.
– Cosa succede quando Etsy non considera più la vendita come sporadica?
Come per gli altri marketplace, Etsy è tenuta a segnalare le informazioni fiscali alle autorità fiscali locali in alcuni Paesi (Regno Unito, Austria, Francia e Italia).
Quando in un anno solare i guadagni dei venditori superano la soglia di vendite stabilita, Etsy richiede attraverso dei promemoria via email di aggiungere il nome del contribuente e la partita IVA allo shop. Se non viene rispettato il promemoria finale, i privilegi di vendita verranno sospesi. Una volta aggiunti ai dati dell’account il nome del contribuente e la partita IVA, lo shop verrà automaticamente ripristinato.
Conclusioni
Per gli utenti meno esperti può risultare difficile destreggiarsi tra le diverse definizioni di creativo occasionale, artigiano abituale, hobbista o commerciante abituale, ma quel che è certo è che nel momento in cui la vendita avviene con regolarità scatta l’obbligo di operare con partita IVA.
Finché si espone saltuariamente un oggetto su Etsy (o su altri marketplace) non ci sono obblighi fiscali, ma esponendo più oggetti e per un periodo prolungato e indicando i prezzi tali obblighi scattano, indipendentemente dalle vendite effettuate e dagli incassi percepiti.
In ogni caso, sarà Etsy a monitorare l’attività dei venditori, intervenendo con appositi avvisi per regolarizzare la loro posizione fiscale qualora ne ravvisi il motivo.
Dal 2001 scrivo per siti internet e blog (passando per quelle che una volta erano le webzine, le community, ecc ecc). Lavoro in proprio come freelance e collaboro con diverse agenzie di comunicazione e ...
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