Diventare imprenditori di successo: 6 scomode situazioni che devi imparare a gestire

Tutti possono diventare imprenditori, ma non tutti lo fanno con successo: alcune situazioni che ogni imprenditore dovrebbe imparare a gestire al meglio

Diventare imprenditori di successo: 6 situazioni da imparare a gestire
 

Tutti possono diventare imprenditori, ma quanti diventeranno imprenditori di successo? Quante volte ti è capitato di sentire di qualcuno che “era a tanto così” ma alla fine non è riuscito a raggiungere i propri obiettivi anche se avrebbe avuto tutte le risorse per farlo?

Il motivo, a parte casi di forza maggiore, è generalmente perché quel qualcuno non aveva abbastanza fiducia e sicurezza in sé stesso, oppure ne aveva troppa, e il suo orgoglio e la sua presunzione l’hanno castigato.

Nel mondo degli affari ci dobbiamo relazionare costantemente con gli altri, e per farlo dobbiamo saper affrontare nel modo giusto certe situazioni anche apparentemente insignificanti. Certe nostre reazioni, certi nostri atteggiamenti rispecchiano la nostra personalità, le nostre forze e le nostre debolezze, i nostri pregi e i nostri difetti.

Spesso li ignoriamo, fingiamo di non accorgercene o che non siano importanti. Ma le altre persone possono cogliere questi segnali, interpretarli e giudicarci, condizionando così la relazione.

Ecco alcune situazioni che possono metterti in imbarazzo o a disagio e alle quali potresti non reagire nel modo giusto.

break-voice

Utilizzare numeri e dati

Se non hai molta confidenza con la matematica, pensare di utilizzare cifre, dati, grafici, potrebbe sembrarti un’ulteriore complicazione. In realtà, saper gestire i numeri può essere di grande aiuto, anzi, può addirittura fare la differenza.

Easyfatt software fatturazione elettronica e gestionale
easyfatt

Oltre 100.000 Imprese e Professionisti semplificano la loro fatturazione con Easyfatt ogni giorno.

PROVALO GRATIS ORA

Il trucco sta nell’imparare a contestualizzare i dati. Inizia con quelli che riguardano più strettamente la tua attività, come ad esempio i bilanci di fine mese o il bilancio aziendale. Impara a riconoscere i trend positivi e quelli negativi. Prova a modificare un parametro e osserva in che misura condiziona gli altri. Più tempo passi ad analizzare dati, più ti risulterà naturale interpretarli.

Impara a utilizzare il tuo software gestionale oltre ai fogli di calcolo e gli strumenti che offrono. Probabilmente ignori la maggior parte delle loro funzioni e potenzialità. In poche parole, studia.

Danea Easyfatt, ad esempio, ha a disposizione un’intera area dedicata alla formazione sul gestionale con seminari, guide, manuale e molto altro.

break-voice

Accettare un complimento

Hai svolto un ottimo lavoro, hai dimostrato le tue capacità, hai risolto un problema in modo brillante, e ne sei consapevole. Ne sei soddisfatto. Ma quando qualcuno te lo fa presente, ringraziandoti e assegnandotene il merito, ti blocchi, farfugli, arrossisci e ti comporti come se nulla fosse mai accaduto.

Probabilmente ti capita la stessa cosa quando una persona dalla quale sei attratto ti fa un apprezzamento, ossia:

  • balbetti, mugugni qualcosa di incomprensibile o cercando di rispondere con una battuta perdi tutti i punti che avevi guadagnato e regredisci a livello di semi incapace;
  • ridimensioni tutto, negandoti qualunque merito, con frasi tipo “Non è niente, l’avrebbe fatto chiunque, è stata una sciocchezza”… Qui, oltre a invalidare il complimento che ti è stato rivolto, senza rendertene conto sminuisci non solo te stesso, ma anche chi ti ha rivolto il complimento, rischiando di passare come chi si sente superiore e fa il falso modesto;
  • la paresi tipo opossum in tanatosi. Black out totale. Silenzio. Immobilità. Sguardo fisso o perso nel vuoto chissà dove. Magari con la persona che ti sta davanti che ti ha teso la mano e resta a sua volta con la mano a mezz’aria, in evidente imbarazzo.

Sono tutti comportamenti che in un attimo “fanno cascare il palco”, e ti squalificano agli occhi di chi fino ad un attimo prima era intento a tessere le tue lodi.

Evitali più che puoi, piuttosto cerca di reagire in questo modo, quando qualcuno ti sta facendo un complimento:

  • Lascialo finire di parlare.
  • Prendi un bel respiro.
  • Sorridi e rispondi “Grazie, è bello sentirselo dire”.
  • Continua la conversazione, non lasciare il vuoto. Dopo aver ringraziato, chiedi al tuo interlocutore come sta, come va il lavoro, insomma, sii semplicemente cortese.

Quando qualcuno ti fa un complimento in realtà sta condividendo con te un suo stato d’animo, ti dimostra che quello che hai fatto lo ha colpito. Per quanto strano ti possa sembrare,devi reagire come se si trattasse del suo momento, non interromperlo!

break-voice

Accettare una critica o un rimprovero

Critiche e rimproveri, purché giustificati, non devono necessariamente essere interpretati come qualcosa di negativo. Spesso, anzi, chi ci sta criticando o rimproverando lo fa per il nostro bene, per evitare di farci incorrere nuovamente negli stessi errori, per aiutarci a correggere comportamenti o atteggiamenti che possono danneggiare prima di tutto noi stessi.

Lo sta facendo, insomma, per fornirci una opportunità di miglioramento.

Per questo, è importante sapere accettare critiche e rimproveri, affrontarli con spirito costruttivo, valutarli e utilizzarli per la propria crescita umana e professionale.

Certo, non è sempre facile. Il nostro istinto ci porta naturalmente a metterci sulla difensiva, e dobbiamo esserne consapevoli. Esattamente come ti abbiamo suggerito di fare quando ricevi un complimento, prima di reagire o rispondere prendi un bel respiro, e ascolta senza interrompere.

Se ne hai la possibilità, prendi appunti, infine chiedi eventuali chiarimenti per essere sicuro di aver compreso la critica nel modo giusto.

break-voice

Muovere una critica o riprendere un collaboratore

Come abbiamo appena visto, criticare qualcuno può anche offrirgli un’opportunità di riflessione e miglioramento.

Per questo, che si tratti di un amico, un dipendente o un collega, se avverti la necessità di esprimergli una critica o di rimproverarlo per un errore, fallo senza esitazione.

Sii diretto, senza troppi giri di parole. Se la cosa ti mette troppo a disagio, prova con una formula più morbida, del tipo “Quello che stai facendo non sta funzionando nel modo migliore, parliamone insieme per capire come mai e vedere insieme come correggere il tiro”.

La critica sarà ancora più costruttiva se riuscirai a rapportarla a esempi recenti e concreti.

Rimproverare in modo generico qualcuno per il suo atteggiamento servirà a poco o niente.

Sarà molto più efficace fargli notare l’esatta circostanza in cui ha manifestato quel determinato atteggiamento, e spiegargli i motivi per cui il ripetersi di un tale episodio potrebbe danneggiarlo.

Assicurati che chi ha ricevuto il rimprovero l’abbia interpretato correttamente, senza sentirsi offeso o umiliato bensì incoraggiato, e che la conversazione si chiuda in modo positivo per entrambi.

break-voice

Riconoscere di non abbracciare ogni campo del sapere

Non puoi sapere tutto. Non devi sapere tutto. Proprio per questo, ti affidi ad altre persone per svolgere determinati compiti o risolvere determinate situazioni.

Non fingere di sapere sempre tutto e non cercare di metterti sempre allo stesso livello degli altri. Farai soltanto la figura dell’egocentrico, ed inoltre dimostrerai tutti i tuoi limiti, con il rischio di indurre gli altri ad approfittarsi di te.

Piuttosto, cerca di imparare da chi è più esperto e specializzato di te in un particolare campo. Interessati, informati, non aver paura di chiedere chiarimenti e spiegazioni.

Imparerai davvero qualcosa, e farai capire al tuo interlocutore che ti fidi di lui e che riconosci la sua competenza e la sua professionalità.

break-voice

Parlare in pubblico

Il disagio associato al parlare in pubblico è talmente diffuso da meritare una propria catalogazione fobica: Glossofobia.

Nel nostro piccolo ci siamo passati tutti. Sentirsi occhi e orecchie puntati addosso è indubbiamente stressante.

Prima ancora di iniziare a parlare siamo presi dal timore che qualcosa vada storto, e ogni minimo intoppo, quasi certamente impercettibile al pubblico, ci sembra irrimediabile e imperdonabile. Ma saper parlare in pubblico, o meglio al pubblico è un requisito indispensabile per chiunque voglia avviare e condurre un’impresa. Presentare un’idea o un prodotto, convincere gli investitori, comunicare al proprio target di mercato, gestire riunioni con collaboratori, partner, fornitori… tutte queste cose implicano necessariamente l’essere in grado di parlare rivolgendosi a più persone, coinvolgendole e convincendole.

Come si supera la glossofobia? Attraverso alcuni cambiamenti, alcuni più superficiali, altri meno.

  • Concentrati sui punti fondamentali
    Non devi imparare a memoria ogni singola parola. Limitati a tenere a mente i punti chiave e le “frasi gancio” per passare da un punto chiave a quello successivo. Ti serviranno come punti di navigazione per il pubblico e come momentanea comfort zone per te, permettendoti di tirare il fiato prima di iniziare con un nuovo punto.
  • Ricorda che tutti si augurano che tu faccia un buon lavoro
    Non stai entrando nella fossa dei leoni. Il pubblico a cui parlerai è là apposta per te. È interessato a ciò che dirai, e ti è grato per quello che stai per fare. Inoltre, pensa a quante persone della tua platea si sentirebbero a disagio a parlare in pubblico, quanti di loro, in quell’istante, non se la sentirebbero di trovarsi al tuo posto. Sono ben disposte nei tuoi confronti, ricordalo e rivolgiti a loro in tono amichevole e rilassato.
  • Fingi
    Pensa di recitare una parte. La parte di un provetto public speaker, anzi, del miglior public speaker del mondo. Assumi una postura autorevole, disinvolta. Vedrai che dopo aver rotto il ghiaccio non avrai più bisogno di sforzarti, e manterrai naturalmente il giusto atteggiamento per tutta la durata del tuo discorso.

Classe 83. Trevigiano di nascita ma Internettiano d’adozione. Non ho ricordi di casa mia senza un computer. La prima volta che ho messo piede sul web avevo 12 anni, Google ancora non esisteva e ci volevano ...

Vai agli articoli dell'autore >