Hai finalmente avuto “l’idea che ti farà svoltare”? Hai messo a punto “il progetto che si vende da solo?” Sei pronto a “fare IL Business”? Cosa ti manca, allora per avviare la tua start up?
Ah, già: i soldi…
Prima o poi qualunque start up deve trovare un investitore. E convincerlo.
A questo punto diventa determinante l’elevator pitch o semplicemente pitch, ovvero la presentazione, solitamente molto breve, della tua idea di business a una società di venture capital, un’impresa o uno o più singoli investitori.
Leggi anche: Cos’è un Elevator pitch per start up e come comunicare un’idea di business
Nello spazio di pochi minuti dovrai essere in grado di esporre la tua idea, i suoi sviluppi a medio e lungo termine, il business model, spiegando nel modo più preciso possibile di quali risorse hai bisogno per poter trasformare il tuo progetto in una vera e propria start up.
Nel corso del pitch ogni secondo è prezioso. Non puoi trascurare alcun dettaglio. Dovrai saper rispondere in modo chiaro, sintetico e con assoluta sicurezza a tutte le domande che ti verranno rivolte, così da poter convincere e conquistare l’investitore a cui ti sei rivolto.
Cercando di catturare i migliori consigli per convincere un potenziale investitore ci siamo imbattuti in uno strumento davvero divertente e utile.
Easyfatt è il software gestionale utilizzato ogni giorno da oltre 100.000 imprese italiane.
Pitchbot: il simulatore di pitch per prepararti alla battaglia
Pitchbot è un simulatore di pitch, un tool molto ben realizzato per allenarti a rispondere alle domande dei potenziali investitori, giungendo preparati ad un appuntamento che potrebbe cambiare radicalmente le sorti della tua impresa.
Per prima cosa, dovrai decidere a quale tipologia di investitore rivolgerti: Pitchbot ti permette infatti di simulare un pitch meeting con un business angel, un venture capitalist, un incubatore o un seed capital.
Cerchiamo intanto di dare una definizione schematica di ognuna di queste figure:
- Business Angel: detto anche “investitore informale” è un professionista dotato di un cospicuo patrimonio personale, contatti e spirito d’avventura, disposto ad investire in piccole-medie imprese partecipando al capitale di rischio. Una sorta di mecenate, quindi, che vede nella startup una possibile fonte di ritorno economico nel medio e lungo periodo.
- Venture Capitalist: un investitore a tutti gli effetti, pronto a supportare finanziariamente la nascita o lo sviluppo di aziende anche ad alto potenziale di rischio, purché operanti in settori ad alto potenziale di rendimento. Solitamente il Venture Capitalist stanzia i fondi destinati a startup promettenti, assumendosi rischi che altri operatori finanziari (es. istituti di credito) non accetterebbero.
- Incubatore: spesso sinonimo di “acceleratore d’impresa”, grazie a servizi come ad esempio la concessione e l’affitto di immobili per ufficio, o forme di consulenza in termini di formazione imprenditoriale, definizione di business plan, monitoraggio dei finanziamenti, networking e marketing. Un incubatore generalmente accetta di gestire startup in grado di proporre idee fattibili nello sviluppo e dotate di una pianificazione di attività che richieda tempistiche e mezzi accettabili.
- Seed Capital: sono fondi di investimento pubblico a cui un imprenditore può accedere per lanciare una nuova attività. È un sistema diffuso quasi esclusivamente negli Stati Uniti, per cui il fondo di investimento pubblico acquisisce una partecipazione di rilevanza nel capitale dell’impresa per sostenerne il lancio, il risanamento o lo sviluppo economico e commerciale, a fronte di una definizione preventiva del prezzo di uscita dal capitale sociale.
Pur con le dovute differenze, le domande per cui le varie tipologie di investitore esigono risposte rapide e concrete sono principalmente queste:
- quale vantaggio la tua startup è in grado di offrire?
- in quale forma offrirai questo vantaggio?
- in che termini sarà quantificabile il miglioramento ottenuto?
- quanto tempo ci vorrà per ottenerlo?
Attraverso un sistema di risposte a scelta multipla, Pitchbot ti chiederà di definire il tuo progetto imprenditoriale, di illustrare in dettaglio il tuo team di collaboratori, di identificare il mercato a cui è rivolta la tua startup, il tipo di prodotto o servizi che offre, le sue prospettive di crescita.
Perchè dovresti usarlo?
Ad ogni risposta il bot valuta pregi difetti del progetto, stabilendo step by step se le tue idee sono chiare e se il tuo modello di business può essere giudicato profittevole o meno.
Se con le tue risposte avrai dimostrato di saper presentare nel modo giusto la tua start up, riceverai un fac-simile di accordo di fondi. Se invece ti sarai rivelato un imprenditore improvvisato e dalle idee poco chiare, ti verrà indicata la porta e la possibilità di ottenere una serie di consigli dei migliori investitori USA espressamente dedicati al tuo pitch.
“C’è sempre un atteggiamento di fatalismo, una sorta di timore reverenziale quando ci si presenta ad un investitore, perché sappiamo che o va bene al primo colpo o avremo bruciato i ponti per sempre” – dice Roger Dikey, lo sviluppatore di Pitchbot.
Di solito, quindi, un aspirante startupper presenta la propria idea a qualcuno che conosce e che ritiene competente in materia, per poi usare il suo feedback per aggiustare il pitch e quindi rivolgersi ai veri potenziali investitori.
Pitchbot svolge la parte dell’investitore “amico”, ma lo fa meglio: intanto perché essendo un bot è assolutamente “sincero”, e poi perché il suo creatore, oltre ad essere lui stesso un business angel con centinaia di pitch meeting alle spalle, ha attinto alle informazioni e ai contenuti dei 20 blog dei più influenti investitori statunitensi, tra cui Sequoia Capital e Y Combinator.
Le domande che Pitchbot ti rivolge in quei 10 minuti di “colloquio” sono le stesse che fanno i veri investitori agli startupper che bussano alla loro porta, e le tue risposte saranno valutate sulla base dei loro criteri e del reale interesse che può stimolare una startup all’interno delle attuali ottiche di mercato.
Pitchbot è uno strumento utile, sorprendentemente divertente, e in grado di simulare i diversi scenari che potresti trovarti ad affrontare durante un pitch meeting.
Mettilo alla prova. Mettiti alla prova. Troverai un valido aiuto per presentare la tua idea di business con una freccia in più al tuo arco: la consapevolezza di avere tutte le carte in regola per fare colpo sul tuo investitore.
Photo credit: Logan Ingalls – cc.
Classe 83. Trevigiano di nascita ma Internettiano d’adozione. Non ho ricordi di casa mia senza un computer. La prima volta che ho messo piede sul web avevo 12 anni, Google ancora non esisteva e ci volevano ...
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