Il settore delle costruzioni e dell’edilizia – nell’accezione più ampia del termine – è stato protagonista, negli ultimi anni, di un’importante spinta alla digitalizzazione e all’innovazione digitale, sulla scorta degli impulsi dati dai Bonus Fiscali, dal PNRR e dagli incentivi legati all’Industry 4.0 e (oggi) Industry 5.0.
Ma tutto questo, quale fotografia restituisce delle imprese edili italiane?
Una risposta arriva dalla ricerca condotta da Nielsen per TeamSystem che ha indagato proprio il settore dell’edilizia a tutto tondo (Ateco 41 / 42 / 43) con l’obiettivo di capirne il livello di digitalizzazione. Qual è, dunque, lo stato dell’arte?
Indice dei contenuti
Il panorama attuale
Il biennio 2021-2023 è stato all’insegna di una crescita al passo del +7% annuo (trend che non si vedeva dagli Anni ’60) effetto, evidentemente, dei vari incentivi pubblici ricevuti dal settore.
Nel 2023 gli investimenti totali nel comparto edilizio hanno subito una battuta di arresto principalmente a causa di una forte frenata della componente residenziale (-18,6%). Rimane invece positivo il trend sull’edilizia pubblica, in piena continuità con gli anni precedenti (+25%).
Questo andamento sinusoidale si è indubbiamente rispecchiato anche nel trend alla digitalizzazione.
Se, infatti, in un primo momento la corsa ai Bonus Edilizia ha facilitato l’adozione di piattaforme digitali per la gestione dei progetti, dall’altro è indubbio che nel tempo questa spinta sia via via ridotta, sopraffatta, in parte, da alcune forze dirette e contrarie fortemente connaturate al comparto e che costituiscono delle barriere – a volte insormontabili – alla digitalizzazione.
E, infatti, rispetto alla media delle aziende italiane in senso ampio, le imprese edili sono meno digitalizzate. Secondo i dati Istat 2023, le PMI di costruzioni mostrano un’adozione di tecnologie digitali al di sotto della media delle PMI italiane:
- il 67,2% possiede un sito web, contro il 74,2% medio;
- il 36,1% utilizza un software aziendale evoluto, contro il 48,7% medio;
- solo il 13,8% analizza dati aziendali, contro il 24,9%.
Ma meno non vuol dire “per nulla”.
Al contrario: la ricerca che Nielsen ha condotto per TeamSystem ha evidenziato che ben il 52% delle imprese edili è sicuramente digitalizzata nei suoi processi.
Leggi anche l’articolo “Come ridurre i costi di cantiere con una gestione digitalizzata“
Imprese edili: digitalizzazione a confronto
Certo la fotografia non è omogenea.
Questo 52%, infatti, si compone di due tipologie di imprese edili:
- da un lato le più grandi che operano a livello nazionale e internazionale con grandi cantieri, un buon numero di personale occupato e spesso coinvolte nelle opere pubbliche del nostro Paese;
- dall’altro, imprese più piccole che lavorano prevalentemente a livello locale e regionale con cantieri di breve durata e un numero limitato di persone coinvolte.
Se poi ci focalizziamo sulla maturità digitale delle imprese che hanno implementato questi strumenti, emerge che il 10% ha già un alto grado di digitalizzazione e che il restante 42% ha comunque intuito le potenzialità offerte dall’innovazione digitale al fine di ottenere migliori performance economiche.
Le PMI più mature digitalmente, infatti, mostrano una più elevata resilienza e migliori rendimenti:
- un utile netto maggiore del 28%;
- un margine di profitto più alto del 18%;
- un valore aggiunto migliore dell’11%;
- un margine EBITDA (margine operativo lordo; ovvero valore della produzione cui sono tolti i costi esterni e il costo del personale) più alto dell’11%.
In questo scenario, è il gestionale a farla da padrone: il 65% delle imprese, infatti, utilizza almeno un software gestionale.
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Maturità digitale e performance economiche: un fil rouge indissolubile
All’interno del perimetro tracciato, i temi più rilevanti e importanti per le imprese restano quelli legati alla gestione del cantiere e delle commesse in generale.
Il software gestionale è visto in modo molto positivo, come aiuto concreto – e in alcuni casi partner indispensabile – per le attività quotidiane.
Con un’attenzione particolare al:
- monitoraggio e aggiornamento in tempo reale dei costi;
- reportistica veloce e automatica (anche direttamente da cantiere);
- visione d’insieme centralizzata;
- integrabilità con altre piattaforme (gestione unica del dato/info);
- progettazione gestita soprattutto nelle fasi di preventivazione;
- sicurezza (da capire accezione del termine);
- condivisione semplice e automatica con stakeholder interni ed esterni;
- controllo e monitoraggio della filiera d’acquisto.
E la restante fetta di mercato? Per quanto riguarda il 48% delle imprese edili che non hanno ancora adottato sistemi digitali avanzati, la spinta alla digitalizzazione è comunque sicuramente partita e le linee guida che la stanno indirizzando sono sia di natura razionale che emotiva.
Il tema dell’Intelligenza Artificiale, invece, deve ancora farsi strada nel settore edile nel suo complesso. Per la maggior parte delle imprese, infatti, non è ancora ben chiaro il reale contributo che l’AI potrebbe dare al comparto: sicuramente emergono le potenzialità riguardo alla facilitazione dei processi (ad esempio quello legato alla scelta dei fornitori), ma non è ancora evidente come si applicherà nel concreto alle varie operazioni.
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Conclusioni
In conclusione, quindi, sicuramente la strada percorsa è già molta, ma il settore si trova ancora all’inizio del vero e proprio percorso di digitalizzazione. Questo non significa però che non sia già orientato. Le imprese edili italiane, infatti, sono consapevoli del valore dell’innovazione digitale dei processi, ma emerge la necessità di un’azione formativa che le aiuti a comprenderne a pieno le potenzialità e a tracciare con efficacia la strada del cambiamento.
Certamente il tema della competitività è centrale: maggiore efficienza nella gestione dei costi, maggiore efficacia nell’intercettare e rispondere alla domanda, maggiore sicurezza legata all’automatizzazione e alla centralizzazione sono infatti chiavi di lettura molto importanti.
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