Aprire una startup: 5 errori che ho fatto prima di voi

Prestare attenzione all’esperienza altrui aiuta a non incorrere in errori che possono essere fatali per il business. La testimonianza di Jordan Fried quando ha aperto le sue startup

Aprire una startup: 5 errori che ho fatto prima di voi
 

Quali sono i 5 principali errori da evitare quando si decide di aprire un’attività? Per rispondere a questa domanda ci rifacciamo a un articolo di Bplans scritto da Jordan Fried: fondatore e CEO del noto sito di informazione Fried.com e della milionaria società di software Buffered.com. Pronti? Cominciamo subito!

#1- Abbracciare una politica basata sulla microgestione

Tra gli sbagli più commessi da chi sceglie di aprire una StartUp, per Fried rientra quello di abbracciare una politica basata sulla microgestione: essa si traduce di fatto nella volontà di amministrare il proprio business, prestando eccessiva attenzione ai dettagli e riducendo ai minimi termini il coinvolgimento del personale. Atteggiamenti del genere vanno eliminati prima ancora di mettersi in proprio, perché, oltre a demotivare lo staff, rallentano anche l’esecuzione dei progetti.

La soluzione è assumere delle risorse sulle quali si possa davvero riporre fiducia: figure pronte a fornire aggiornamenti costanti, ma al contempo capaci di svolgere i compiti affidati con una certa indipendenza. Tutto ciò aiuta il titolare a concentrarsi sulle questioni realmente importanti e a porre delle basi aziendali quanto più solide possibile.

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#2- Non controllare come si deve l’andamento del business

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Secondo Fried la microgestione è dannosa tanto quanto l’incapacità di controllare a sufficienza l’andamento dell’impresa fondata: non si deve analizzare scrupolosamente l’intero operato di tutti i collaboratori, ma bisogna quanto meno monitorare i flussi di lavoro e i progressi per avere sempre la situazione sotto controllo. Per fare ciò ci si può affidare a software di project management: soluzioni altamente professionali, che consentono di utilizzare stili gestionali diversi a seconda del personale.

Se da un lato permettono al titolare di avere una panoramica chiara su tutti gli sviluppi legati all’attività, dall’altro aiutano i dipendenti a organizzare in maniera efficace i carichi di lavoro, riducendo gli errori e massimizzando le prestazioni. Certo però, affinché tutto questo sia effettivamente possibile, è doveroso formare le risorse in modo tale da renderle autonome nell’uso dei software scelti.

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#3- Organizzare incontri settimanali con il personale

Chi decide di aprire un’attività non dovrebbe, a detta di Fried, organizzare degli incontri settimanali con il proprio personale. Anche se il coinvolgimento diretto e frequente dello staff può sembrare importante per la crescita del business, in realtà causa solo un incredibile spreco di tempo collettivo.

Per evitare che il titolare sia troppo oberato da tali riunioni e che i collaboratori arrivino a considerare le ore di ritrovo come momenti di svago, si consiglia di adoperare dei sistemi di comunicazione veloce, tipo le chat o altri strumenti similari: essi consentono di parlare in un attimo con le persone di cui si ha bisogno, senza necessità di perdere ore preziose negli spostamenti di ufficio o di sede.

#4- Non avere un ambiente in cui lavorare

Anche se per chi vuole aprire una StartUp può non essere necessario assumere da subito dei dipendenti fissi, secondo Fried è però doveroso avere uno spazio in cui collocare il proprio ufficio. Certo, ai giorni d’oggi, per avviare un’impresa sembra sufficiente disporre di una stanza nella propria abitazione dotata di connessione internet.

In realtà, però, il fatto di avere un ambiente dedicato in cui lavorare e accogliere clienti, fornitori e collaboratori, semplifica di molto la gestione del business. Questo spazio (che può anche essere molto piccolo), oltre a permettere di svolgere meglio le varie mansioni, funge da punto di riferimento per l’operatività dell’azienda.

#5- Gestire l’attività ragionando di anno in anno

Gestire una realtà ragionando di anno in anno è per Fried del tutto controproducente e obsoleto, perché questa strategia non consente di affrontare le situazioni in tempo reale.

Quello che bisogna fare piuttosto è suddividere le annualità in quarti di 12 settimane (3 mesi), per infondere una maggiore sensazione di urgenza e per motivare noi stessi e il personale con obiettivi e scadenze ritmate. In tal modo, oltre ad aumentare le performance, risulta più facile intervenire al volo e modificare eventuali rotte sbagliate prima che portino alla deriva.

Questi i 5 grandi errori da evitare quando si sceglie di mettersi in proprio: sbagli più o meno frequenti che, a detta di Jordan Fried, possono compromettere il successo di un business.

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Nasco a Milano nel 1985 e il primo ricordo di scuola è il quaderno coi temi d’italiano che ancora conservo. Frequento il liceo artistico a Padova, ma passo intere giornate a scrivere racconti sugli ...

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