Hai un’attività imprenditoriale e hai sostenuto spese per investimenti in macchinari, arredi e altri strumenti? Ti sarà capitato di sentir parlare di cespiti aziendali e delle regole per la loro corretta gestione.
Partendo dalle definizioni, in ambito economico si parla di cespiti per definire tutti i beni, materiali e immateriali, che consentono ad un’azienda di svolgere la propria attività. La loro caratteristica essenziale è la durata per più anni e, di conseguenza, il fatto che saranno utilizzati nel corso del tempo e non solo per un unico esercizio, cioè non solo in un anno.
Parliamo quindi del patrimonio dell’azienda e dei beni strumentali che hanno un ruolo centrale nello svolgimento dell’attività.
Scopriamo insieme quali beni rientrano tra i cespiti e perché è importante saperli gestire in modo corretto, anche con l’aiuto di un software per la contabilità in cloud.
Indice dei contenuti
Cosa sono i cespiti aziendali
Ogni azienda per nascere e consolidarsi necessita di specifici beni. Dagli immobili alla strumentazione, senza dimenticare conoscenze e competenze, si parla quindi di cespiti aziendali per definire tutti i “mattoncini” che costituiscono l’ossatura delle attività imprenditoriali, piccole e più strutturate.
Si tratta, dal punto di vista pratico, delle risorse di cui ogni azienda necessita per poter svolgere la propria attività.
Tra i cespiti aziendali rientrano quindi beni facilmente individuabili, come immobili o arredi, ma anche software, brevetti, marchi e conoscenze che caratterizzano ogni realtà imprenditoriale.
Contabilità in Cloud è il modulo web che si connette a Danea Easyfatt per la gestione della contabilità.
La differenza tra beni materiali e beni immateriali
Se eserciti un’attività d’impresa, un primo aspetto sul quale dovrai prestare attenzione è relativo alla classificazione dei cespiti, anche per una corretta gestione degli stessi nel tempo.
Tra i cespiti rientrano i beni materiali che, semplificando, possono essere individuati considerando i beni tangibili in possesso dell’impresa. Ad esempio, rientrano in questa categoria:
- gli immobili, cioè uffici, magazzini o terreni;
- i macchinari e gli strumenti utilizzati per la propria attività, come ad esempio gli arredi del proprio negozio o del proprio ufficio, i computer o ancora i macchinari utilizzati per la produzione;
- gli impianti di produzione, ma anche gli impianti elettrici o di riscaldamento;
- i mezzi di trasporto, come auto o furgoni.
Può risultare più difficile capire cosa si intende invece per cespiti immateriali, beni che non sono visibili e tangibili ma che assumono un’importanza centrale anche per la crescita e il consolidamento dell’attività aziendale.
In questo caso si tratta di risorse che contribuiscono a dare valore all’attività, come ad esempio:
- brevetti, licenze e marchi, cioè le invenzioni, i loghi e gli altri segni distintivi di un’azienda;
- i software sviluppati o acquistati;
- il know how, cioè tutte le conoscenze e le competenze specifiche alla base dello svolgimento dell’attività.
Pur essendo evidente che si tratta di beni che, per natura, appaiono meno visibili e misurabili, si tratta di strumenti centrali per ogni azienda e che contribuiscono a differenziarsi rispetto agli altri.
Alcuni esempi pratici di cespiti aziendali
Proviamo però a semplificare ulteriormente il discorso, con alcuni esempi pratici di cespiti aziendali (materiali e immateriali) per le diverse tipologie di aziende.
Mettiamo il caso che tu sia titolare o amministratore di un’azienda agricola. In questo caso tra i beni che fanno da fondamenta alla tua attività vi saranno terreni, mezzi agricoli, attrezzature ma anche ad esempio i marchi che identificano i prodotti che vendi alla tua clientela.
Se invece eserciti un’attività di consulenza, i tuoi beni materiali saranno necessariamente i computer e i software che hai acquistato (o sviluppato).
Ma ci saranno anche beni immateriali come il database dei tuoi clienti ma anche le conoscenze che hai acquisito nel tempo per rispondere al meglio alle esigenze della clientela.
Gestione differente per beni materiali e immateriali
Avere ben chiaro cosa si intende con il termine cespiti aziendali e quali sono le differenze è importante per diverse ragioni.
Dal punto di vista pratico, consente di conoscere al meglio qual è il valore della tua azienda anche sulla base degli investimenti effettuati, sia in beni materiali che per quelli finalizzati ad accrescere il valore dei beni immateriali, come ad esempio la formazione e l’aggiornamento delle conoscenze possedute.
Distinguere i cespiti è centrale anche per consentirti di capire su cosa è meglio investire per aumentare la tua produttività e riconoscibilità.
Individuare e identificare i cespiti è fondamentale soprattutto per la corretta gestione contabile e fiscale degli investimenti.
Parliamo nel dettaglio dell’ammortamento, cioè quel processo che dal punto di vista amministrativo prevede che il costo di un bene venga ripartito nel corso di più anni.
Si tratta di un insieme di regole che consente di valorizzare ciascun bene nel tempo e che permette di valutare il tuo patrimonio, ma anche di calcolare correttamente il reddito imponibile, ossia il reddito su cui pagherai le imposte.
Dal punto di vista contabile, l’ammortamento consente quindi di rappresentare in modo più realistico la situazione patrimoniale della tua azienda. Sul fronte della fiscalità invece, influisce sul calcolo del reddito che sarà poi soggetto a tassazione.
Leggi anche la guida alla gestione della contabilità aziendale.
L’ammortamento dei cespiti aziendali
Le regole da seguire per l’ammortamento sono diverse per i beni materiali e per quelli immateriali.
I primi, e quindi i beni tangibili, concreti e che per loro natura sono soggetti a usura, vengono spalmati su più anni e, dal punto di vista pratico, il costo che hai sostenuto sarà suddiviso sulle diverse annualità e ti consentirà di beneficiare di una deduzione dal reddito per ciascun periodo d’imposta.
Semplificando, l’ammortamento dei beni materiali comporta che il costo previsto per ciascuna annualità andrà a ridurre il tuo reddito imponibile, con effetti anche sulle imposte dovute.
L’ammortamento riguarda anche i beni immateriali, sebbene potrebbe sembrarti più complesso valutare la loro “usurabilità” nel tempo.
Qui può esserci utile fare un esempio pratico. Pensiamo ad esempio ai brevetti che, come noto, hanno una durata limitata nel tempo; anche in questo caso il bene perderà progressivamente valore, determinando di conseguenza un ammortamento nel corso degli anni fino al totale venir meno del valore iniziale.
Questi concetti aiutano a capire l’importanza di una corretta gestione dei cespiti aziendali, ferma restando la necessità di affidarsi a professionisti e software che agevolano la corretta valorizzazione dei beni aziendali.
Sono nata nel 1995 da un'idea a due passi da Padova. Sono dinamica, entusiasta e adoro creare soluzioni semplici per problemi complessi. Sono sempre sul pezzo e sono molto pignola, tanto che mi dicono ...
Vai agli articoli dell'autore >