La figura del commercialista è fondamentale per un’impresa. Tuttavia, ancora troppo spesso, il suo ruolo viene considerato solo per la gestione della contabilità e dei servizi fiscali.
In realtà, un dottore commercialista è una risorsa di ben più ampio respiro, che può contribuire attivamente allo sviluppo e alla crescita di un’attività imprenditoriale.
Ecco alcuni esempi di cosa un commercialista può fare per la tua impresa e che potresti aver trascurato.
Dottore Commercialista: chi è quali sono le sue mansioni
Come riportato nel D.Lgs 193/2005, Il Dottore Commercialista, per esercitare professione, deve essere iscritto all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.
Il Capo IV dello stesso decreto descrive i requisiti per iscriversi a tale Albo:
- essere cittadino italiano, ovvero cittadino di uno Stato membro dell’Unione europea o di uno Stato estero a condizione di reciprocità,
- godere il pieno esercizio dei diritti civili,
- essere di condotta irreprensibile,
- avere la residenza o il domicilio professionale nel circondario in cui è costituito l’Ordine cui viene richiesta l’iscrizione o il trasferimento.
Inoltre, per l’iscrizione alla Sezione A dell’Albo (Commercialisti), è necessario anche:
- essere in possesso di una laurea nella classe delle lauree specialistiche (magistrale) in scienza dell’economia (64/S), ovvero nella classe delle lauree specialistiche (magistrale) in scienze economico-aziendali (84/S), ovvero delle lauree rilasciate dalle facoltà di economia secondo l’ordinamento previgente ai decreti emanati in attuazione dell’articolo 17, comma 95, della legge 15 maggio 1997, n. 127;
- avere superato l’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di dottore commercialista, secondo le norme vigenti all’epoca in cui l’esame è stato sostenuto.
Citando sempre lo stesso articolo, tra le competenze iscritti all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, compaiono:
- l’amministrazione e la liquidazione di aziende, di patrimoni e di singoli beni;
- le perizie e le consulenzetecniche;
- le ispezioni e le revisioni amministrative;
- la verificazione e ogni altra indagine in merito alla attendibilità di bilanci, di conti, di scritture e di ogni altro documento contabile delle imprese ed enti pubblici e privati;
- i regolamenti e le liquidazioni di avarie;
- le funzioni di sindaco e di revisore nelle società commerciali, enti non commerciali ed enti pubblici.
Inoltre, gli iscritti alla Sezione A Commercialisti dell’Albo si possono occupare di:
- tenuta e redazione dei libri contabili, fiscali e del lavoro, controllo della documentazione contabile, revisione e certificazione contabile di associazioni, persone fisiche o giuridiche diverse dalle società di capitali;
- elaborazione e predisposizione delle dichiarazioni tributarie e cura degli ulteriori adempimenti tributari;
- e di altre attività ancora, che si possono approfondire nell’articolo 1 del Lgs193/2005.
Ora entriamo nel concreto e vediamo alcune situazioni in cui il commercialista può aiutati a gestire l’attività e che forse non avevi mai considerato.
Cosa può fare un commercialista per la tua attività
1. Aiutare a scegliere forma giuridica e ragione sociale
Il contributo di un Dottore Commercialista ad un’impresa inizia ancor prima della sua costituzione.
Il commercialista può infatti aiutare a definire il tipo di forma giuridica più adatto per lanciare una nuova attività, aspetto determinante, ad esempio, per prevedere e calibrare il carico fiscale e contributivo.
Le imprese che prevedono la gestione di una sola persona saranno orientate verso la scelta della libera professione o della ditta individuale, mentre quelle che si configurano come imprese più strutturate e con più soggetti coinvolti dovranno invece optare per altre forme giuridiche, come le società di persone o quelle di capitali.
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Le società di persone si distinguono in:
- Società semplice (S.s.),
- Società in nome collettivo (S.n.c.,
- Società in accomandita semplice (S.a.s.).
Le società di capitali, invece, sono suddivise in:
- Società per azioni (S.p.a.),
- Società in accomandita per azioni (S.a.p.a.),
- Società a responsabilità limitata (S.r.l.),
- Società a responsabilità limitata semplificata (S.r.l.s.).
Ovviamente, la complessità burocratica e amministrativa, i costi di avvio, gli oneri fiscali e tutti gli altri aspetti di cui deve tener conto un’attività sono estremamente diversi.
Il commercialista può individuare la forma giuridica più idonea, semplificando l’iter burocratico e evitando spese che ad esempio un professionista alle prime armi o una piccola società di persone non sarebbero in grado di sostenere, a differenza di progetti imprenditoriali più ambiziosi, strutturati e con maggiore copertura finanziaria.
Altro aspetto spesso trascurato quando si sta per lanciare una nuova attività è la sua ragione sociale. Anche in questo caso, il commercialista può aiutare a evitare di incorrere in errori che l’aspirante imprenditore potrebbe commettere sulla scia dell’entusiasmo, assicurandosi che il nome scelto per l’azienda:
- non sia già utilizzato da altri,
- non violi alcuna disposizione legale,
- non violi il decoro o l’ordine pubblico,
- sia facilmente associabile ai prodotti e ai servizi offerti,
- non diventi un limite per una futura crescita/espansione,
- sia compatibile con un eventuale uso presso mercati esteri.
Oltre a fornire una consulenza per tutti questi aspetti, il commercialista può anche fornire suggerimenti in merito alla registrazione di un nome, di un marchio o di un logo.
Per saperne di più rimandiamo all’articolo su come scegliere il nome dell’azienda.
2. Contribuire alla redazione del Business Plan
Il Business Plan è uno strumento programmatico, strategico e analitico indispensabile non soltanto nella fase di lancio di un’impresa, ma anche nella sua gestione. Non a caso, si ricorda sempre che il Business Plan non è un documento redatto una tantum, ma che è in continuo divenire in base all’evoluzione dell’azienda.
Nella Guida al Business Plan ne abbiamo spiegato la struttura e le finalità in dettaglio, sottolineando come questo documento possa essere articolato e dettagliato, soprattutto se utilizzato per la richiesta di un finanziamento.
Il commercialista può contribuire alla redazione del Business Plan, ad esempio fornendo tutti i dati numerici che riguardano la posizione di partenza del cliente e che possono essere utili da riportare nel piano.
Per ricevere un servizio completo, è possibile rivolgersi a studi specializzati in consulenza Business Plan.
3. Informarsi e valutare l’accesso ad agevolazioni, detrazioni e incentivi fiscali
Il commercialista è dotato delle conoscenze e competenze per interpretare le normative di riferimento locale, regionale, nazionale e comunitario di contributi alle imprese. Si tratta della cosiddetta finanza agevolata, ovvero quell’insieme di provvedimenti normativi volti a fornire delle agevolazioni alle imprese, di natura fiscale, economica e finanziaria.
Queste forme di contributo, oltre a detrazioni, detrazioni e incentivi fiscali possono essere di grande aiuto per un’impresa, sia che si tratti di una startup che di un’azienda già avviata ma che sta attraversando un periodo di difficoltà o che vorrebbe espandersi.
Il commercialista può quindi avere un ruolo attivo nell’individuare e suggerire queste forme di sostegno alle imprese, fornendo un ulteriore aiuto nelle procedure per potervi accedere. Qualora non disponga immediatamente di tutte le informazioni, è in grado di reperire e consultare le fonti, o di indirizzare l’azienda all’approfondimento presso consulenti specializzati.
Inoltre è in grado di formulare giudizi in merito al bilancio ai fini dell’accesso e del riconoscimento di contributi o finanziamenti pubblici.
Leggi anche le novità fiscali della Legge di Bilancio
4. Monitorare il Cash Flow
Per tenere sotto controllo la salute di un’impresa non basta monitorare i profitti. Ciò che è davvero importante, bisogna saper gestire il cash flow, ovvero i flussi di cassa.
Per tenere sotto controllo il cash flow non basta confrontare profitti e perdite, ma vanno considerati molti altri fattori, come l’inventario, conti attivi, conti passivi, tasse, spese bancarie, etc.
Si tratta, insomma, di sapere come i profitti si muovono, dove vanno e come tutto ciò impatta sulla gestione finanziaria a breve, medio e lungo termine.
Anche in questo caso, il commercialista può aiutare a monitorare e a migliorare la gestione del cash flow, grazie ad un controllo costante di entrate e uscite, del cassetto fiscale, della prima nota e di altri elementi di cui l’imprenditore non è in grado di occuparsi con regolarità, per mancanza di tempo e/o delle necessarie competenze.
5. Valutare lo stato di salute dell’azienda
Il commercialista, grazie alle sue competenze, al suo modus operandi basato sui dati e al suo punto di vista esterno, può fornire all’imprenditore una valutazione dello stato di salute dell’azienda, aiutando a una migliore gestione dell’attività.
Ad esempio, è in grado di fornire valutazioni a partire dall’analisi dal bilancio d’impresa. Inoltre può predisporre e diffondere studi e ricerche di analisi finanziaria che contengono previsioni sull’andamento futuro e che esplicitamente o implicitamente forniscono un consiglio d’investimento.
“Il mercato inizia a comprendere che il commercialista non è solo il soggetto che chiude il bilancio e produce gli F24 per pagare le imposte, ma ha le carte in regola per accompagnare l’azienda in un percorso di crescita e di maggiore efficienza”.
Maurizio Grosso, consigliere con delega all’It del Consiglio nazionale dei commercialisti.
Fonte: IlSole24Ore
Dal 2001 scrivo per siti internet e blog (passando per quelle che una volta erano le webzine, le community, ecc ecc). Lavoro in proprio come freelance e collaboro con diverse agenzie di comunicazione e ...
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