5 cose che un commercialista può fare per la tua attività (e che forse non sapevi)

Il Dottore Commercialista ha le competenze per aiutarti non solo nella tenuta della contabilità, ma anche in altri ambiti di gestione dell’attività. Quali? Scopriamolo insieme.

Cosa fa il commercialista? 5 Domande a cui deve rispondere
 

La figura del commercialista è fondamentale per un’impresa. Tuttavia, ancora troppo spesso, il suo ruolo viene considerato solo per la gestione della contabilità e dei servizi fiscali.

In realtà, un dottore commercialista è una risorsa di ben più ampio respiro, che può contribuire attivamente allo sviluppo e alla crescita di un’attività imprenditoriale.

Ecco alcuni esempi di cosa un commercialista può fare per la tua impresa e che potresti aver trascurato.

Dottore Commercialista: chi è quali sono le sue mansioni

Come riportato nel D.Lgs 193/2005, Il Dottore Commercialista, per esercitare professione, deve essere iscritto all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili.

Il Capo IV dello stesso decreto descrive i requisiti per iscriversi a tale Albo:

  • essere cittadino italiano, ovvero cittadino di uno Stato membro dell’Unione  europea o di uno Stato estero a condizione di reciprocità,
  • godere il pieno esercizio dei diritti civili,
  • essere di condotta irreprensibile,
  • avere la residenza o il domicilio professionale nel circondario in cui è costituito l’Ordine cui viene richiesta l’iscrizione o il trasferimento.

Inoltre, per l’iscrizione alla Sezione A dell’Albo (Commercialisti), è necessario anche:

  • essere in possesso di una laurea nella classe delle lauree specialistiche (magistrale) in scienza dell’economia (64/S), ovvero nella classe delle lauree specialistiche (magistrale) in scienze economico-aziendali  (84/S), ovvero delle  lauree  rilasciate dalle facoltà di economia secondo l’ordinamento previgente ai decreti emanati in attuazione dell’articolo 17, comma 95, della legge 15 maggio 1997, n. 127;
  • avere superato l’esame di Stato per l’abilitazione all’esercizio della professione di dottore commercialista, secondo le norme vigenti all’epoca in cui l’esame è stato sostenuto.

Citando sempre lo stesso articolo, tra le competenze iscritti all’Albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, compaiono:

  • l’amministrazione e la liquidazione di aziende, di patrimoni e di singoli beni;
  • le perizie e le consulenzetecniche;
  • le ispezioni e le revisioni amministrative;
  • la verificazione e ogni altra indagine in merito alla attendibilità di bilanci, di conti, di scritture e di ogni altro documento contabile delle imprese ed enti pubblici e privati;
  • i regolamenti e le liquidazioni di avarie;
  • le funzioni di sindaco e di revisore nelle società commerciali, enti non commerciali ed enti pubblici.

Inoltre, gli iscritti alla Sezione A Commercialisti dell’Albo si possono occupare di:

  • tenuta e redazione dei libri contabili, fiscali e del lavoro, controllo della documentazione contabile, revisione e certificazione contabile di associazioni, persone fisiche o giuridiche diverse dalle società di capitali;
  • elaborazione e predisposizione delle dichiarazioni tributarie e cura degli ulteriori adempimenti tributari;
  • e di altre attività ancora, che si possono approfondire nell’articolo 1 del Lgs193/2005.

Ora entriamo nel concreto e vediamo alcune situazioni in cui il commercialista può aiutati a gestire l’attività e che forse non avevi mai considerato.

Cosa può fare un commercialista per la tua attività

1. Aiutare a scegliere forma giuridica e ragione sociale

Il contributo di un Dottore Commercialista ad un’impresa inizia ancor prima della sua costituzione.

Il commercialista può infatti aiutare a definire il tipo di forma giuridica più adatto per lanciare una nuova attività, aspetto determinante, ad esempio, per prevedere e calibrare il carico fiscale e contributivo.
Le imprese che prevedono la gestione di una sola persona saranno orientate verso la scelta della libera professione o della ditta individuale, mentre quelle che si configurano come imprese più strutturate e con più soggetti coinvolti dovranno invece optare per altre forme giuridiche, come le società di persone o quelle di capitali.

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Le società di persone si distinguono in:

Le società di capitali, invece, sono suddivise in:

  • Società per azioni (S.p.a.),
  • Società in accomandita per azioni (S.a.p.a.),
  • Società a responsabilità limitata (S.r.l.),
  • Società a responsabilità limitata semplificata (S.r.l.s.).

Ovviamente, la complessità burocratica e amministrativa, i costi di avvio, gli oneri fiscali e tutti gli altri aspetti di cui deve tener conto un’attività sono estremamente diversi.

Il commercialista può individuare la forma giuridica più idonea, semplificando l’iter burocratico e evitando spese che ad esempio un professionista alle prime armi o una piccola società di persone non sarebbero in grado di sostenere, a differenza di progetti imprenditoriali più ambiziosi, strutturati e con maggiore copertura finanziaria.

Altro aspetto spesso trascurato quando si sta per lanciare una nuova attività è la sua ragione sociale. Anche in questo caso, il commercialista può aiutare a evitare di incorrere in errori che l’aspirante imprenditore potrebbe commettere sulla scia dell’entusiasmo, assicurandosi che il nome scelto per l’azienda:

  • non sia già utilizzato da altri,
  • non violi alcuna disposizione legale,
  • non violi il decoro o l’ordine pubblico,
  • sia facilmente associabile ai prodotti e ai servizi offerti,
  • non diventi un limite per una futura crescita/espansione,
  • sia compatibile con un eventuale uso presso mercati esteri.

Oltre a fornire una consulenza per tutti questi aspetti, il commercialista può anche fornire suggerimenti in merito alla registrazione di un nome, di un marchio o di un logo.

Per saperne di più rimandiamo all’articolo su come scegliere il nome dell’azienda.

2. Contribuire alla redazione del Business Plan

Il Business Plan è uno strumento programmatico, strategico e analitico indispensabile non soltanto nella fase di lancio di un’impresa, ma anche nella sua gestione. Non a caso, si ricorda sempre che il Business Plan non è un documento redatto una tantum, ma che è in continuo divenire in base all’evoluzione dell’azienda.

Nella Guida al Business Plan ne abbiamo spiegato la struttura e le finalità in dettaglio, sottolineando come questo documento possa essere articolato e dettagliato, soprattutto se utilizzato per la richiesta di un finanziamento.

Il commercialista può contribuire alla redazione del Business Plan, ad esempio fornendo tutti i dati numerici che riguardano la posizione di partenza del cliente e che possono essere utili da riportare nel piano.
Per ricevere un servizio completo, è possibile rivolgersi a studi specializzati in consulenza Business Plan.

3. Informarsi e valutare l’accesso ad agevolazioni, detrazioni e incentivi fiscali

Il commercialista è dotato delle conoscenze e competenze per interpretare le normative di riferimento locale, regionale, nazionale e comunitario di contributi alle imprese. Si tratta della cosiddetta finanza agevolata, ovvero quell’insieme di provvedimenti normativi volti a fornire delle agevolazioni alle imprese, di natura fiscale, economica e finanziaria.

Queste forme di contributo, oltre a detrazioni, detrazioni e incentivi fiscali possono essere di grande aiuto per un’impresa, sia che si tratti di una startup che di un’azienda già avviata ma che sta attraversando un periodo di difficoltà o che vorrebbe espandersi.

Il commercialista può quindi avere un ruolo attivo nell’individuare e suggerire queste forme di sostegno alle imprese, fornendo un ulteriore aiuto nelle procedure per potervi accedere. Qualora non disponga immediatamente di tutte le informazioni, è in grado di reperire e consultare le fonti, o di indirizzare l’azienda all’approfondimento presso consulenti specializzati.

Inoltre è in grado di formulare giudizi in merito al bilancio ai fini dell’accesso e del riconoscimento di contributi o finanziamenti pubblici.

Leggi anche le novità fiscali della Legge di Bilancio

4. Monitorare il Cash Flow

Per tenere sotto controllo la salute di un’impresa non basta monitorare i profitti. Ciò che è davvero importante, bisogna saper gestire il cash flow, ovvero i flussi di cassa.

Per tenere sotto controllo il cash flow non basta confrontare profitti e perdite, ma vanno considerati molti altri fattori, come l’inventario, conti attivi, conti passivi, tasse, spese bancarie, etc.

Si tratta, insomma, di sapere come i profitti si muovono, dove vanno e come tutto ciò impatta sulla gestione finanziaria a breve, medio e lungo termine.

Anche in questo caso, il commercialista può aiutare a monitorare e a migliorare la gestione del cash flow, grazie ad un controllo costante di entrate e uscite, del cassetto fiscale, della prima nota e di altri elementi di cui l’imprenditore non è in grado di occuparsi con regolarità, per mancanza di tempo e/o delle necessarie competenze.

5. Valutare lo stato di salute dell’azienda

Il commercialista, grazie alle sue competenze, al suo modus operandi basato sui dati e al suo punto di vista esterno, può fornire all’imprenditore una valutazione dello stato di salute dell’azienda, aiutando a una migliore gestione dell’attività.

Ad esempio, è in grado di fornire valutazioni a partire dall’analisi dal bilancio d’impresa. Inoltre può predisporre e diffondere studi e ricerche di analisi finanziaria che contengono previsioni sull’andamento futuro e che esplicitamente o implicitamente forniscono un consiglio d’investimento.

“Il mercato inizia a comprendere che il commercialista non è solo il soggetto che chiude il bilancio e produce gli F24 per pagare le imposte, ma ha le carte in regola per accompagnare l’azienda in un percorso di crescita e di maggiore efficienza”.
Maurizio Grosso, consigliere con delega all’It del Consiglio nazionale dei commercialisti.
Fonte: IlSole24Ore

Dal 2001 scrivo per siti internet e blog (passando per quelle che una volta erano le webzine, le community, ecc ecc). Lavoro in proprio come freelance e collaboro con diverse agenzie di comunicazione e ...

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