Si sente spesso parlare di parcella e fattura come sinonimi, ma sono la stessa cosa? Non esattamente: vi sono infatti sostanziali differenze,non solo dal punto di vista terminologico.
In questo articolo analizziamo cos’è e come fare una parcella, per poi soffermarci sulle differenze con la fattura.
Indice dei contenuti
Cos’è la parcella e chi la utilizza
Si può definire parcella la “Nota delle competenze, delle spese fatte o di altri compensi spettanti di diritto, che viene presentata al cliente da un libero professionista” (fonte: Dizionario Treccani).
Non tutti coloro che sono titolari di un’attività possono quindi emettere la parcella, ma soltanto i professionisti iscritti ad Albo di categoria come avvocati, notai, architetti, ingegneri e commercialisti.
Sono esclusi perciò i lavoratori autonomi, ad esempio artigiani, estetiste e parrucchieri: questi dovranno emettere un documento definito comunemente “fattura professionista”. Per gli agenti di commercio, invece, si utilizza il termine “fattura provvigioni”.
La parcella, come la fattura, è un documento fiscale la cui funzione è quella di certificare l’attività svolta e i relativi costi da sostenere per chi ha ricevuto il servizio. Dovrà essere redatta in linea con le direttive e le tariffe specificate dall’Albo di appartenenza.
La parcella va presentata una volta terminato di svolgere le prestazioni, per la precisione nel momento in cui il cliente si appresta a effettuare il pagamento.
Diversi professionisti inoltre sono soliti emettere una parcella pro-forma, un documento privo di valore fiscale utile per dare un’idea dell’importo finale complessivo, non dissimile dalla fattura pro-forma.
Leggi l’approfondimento sulla fattura proforma >
Come compilare la parcella
La parcella presenta una struttura molto simile a quella della fattura. I campi da compilare sono i seguenti:
- Numero della parcella.
- Data di emissione.
- Dati completi del cliente (nome, cognome, partita iva, indirizzo e via dicendo).
- Dati completi del professionista che esegue la parcella (nome, cognome, partita iva, indirizzo e via dicendo).
- Onorario, ovvero l’importo per le prestazioni effettuate, con regolare applicazione dell’aliquota IVA in relazione al regime fiscale di riferimento. Le voci vanno specificate in maniera dettagliata, includendo le ore e il prezzo unitario.
- Spese anticipate a nome del cliente (da rimborsare), per le quali non è prevista l’applicazione dell’IVA.
- Rivalsa previdenziale. Anche questa spesa va considerata, sotto forma di percentuale in base all’imponibile: è differente a seconda del tipo di professione.
- Sottrazione della ritenuta d’acconto, per un totale in genere del 20%, sulla base di quanto elencato in precedenza, esclusa la rivalsa: non è infatti da considerare come una fonte di reddito.
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Si arriva in questo modo al calcolo del totale, esplicitato nella parte finale con chiarezza. Dovranno essere riportati inoltre i termini e le condizioni relative al pagamento, inclusa la modalità con cui il cliente ha modo di procedere al saldo.
Questa è la procedura generale su come fare una parcella. La compilazione tende a essere ulteriormente determinata a seconda della professione, in particolar modo ad esempio per una categoria come gli avvocati.
In questo caso (ma non è l’unico) sono in genere previsti elementi ulteriori, come le spese aggiuntive, ed è richiesta maggiore accuratezza nell’elenco delle prestazioni e dei relativi oneri per il committente.
Leggi anche la guida alla fattura con ritenuta d’acconto >
Parcella o fattura? Le differenze
Parcella e fattura non presentano sostanziali differenze, come abbiamo avuto modo di vedere a proposito della compilazione della parcella.
A far divergere i due documenti sono soprattutto le caratteristiche del soggetto che li emette. Come abbiamo già visto, infatti, la parcella professionista è prevista per i lavoratori iscritti ad Albo e non per i lavoratori autonomi, per i quali è necessario procedere con la fattura.
Un’ulteriore differenza si riscontra anche nel momento dell’emissione: nel caso della fattura a prestazione conclusa, per la parcella quando il cliente è prossimo a effettuare il pagamento.
Che si tratti di fattura o di parcella, si applica il sistema di fatturazione elettronica, introdotto per i contribuenti in regime ordinario nel 2019 e dal 1°luglio 2022 diventato obbligatorio anche per i regimi forfettari che nell’anno precedente hanno percepito ricavi o compensi superiori a €25.000.
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Sono nata nel 1995 da un'idea a due passi da Padova. Sono dinamica, entusiasta e adoro creare soluzioni semplici per problemi complessi. Sono sempre sul pezzo e sono molto pignola, tanto che mi dicono ...
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